Un futuro incerto e informazioni sempre meno rassicuranti sulla nostra pensione. E non potremo dire di non essere stati avvisati.
Si continua a parlare sui 30enni di oggi destinati ad andare in pensione a 70 anni. La pensione in età così avanzata è uno dei possibili scenari previdenziali per una persona nata nel 1994. A dare indicazioni in tal senso è lo stesso Istituto Nazionale Previdenza Sociale, attraverso Pensami, il simulatore sulle pensioni future aggiornato con le novità previste dalla legge di Bilancio 2024.
Nella simulazione potrà ritirarsi dal lavoro a 70 anni un trentenne che ha iniziato a lavorare da poco. Dovrà avere almeno vent’anni di contributi e un monte contributivo in grado di garantirgli un assegno pari al minimo previsto ogni anno – per il 2024 il parametro stabilito dovrà essere almeno tre volte l’assegno sociale di 1603,23 euro. Il l trentenne di oggi, secondo il simulatore dell’Inps, potrà ottenere la pensione di vecchia a 69 anni e 10 mesi di età. Quindi quasi a 70 anni, contro i 67 anni a cui potrebbe andare un lavoratore con la medesima carriera lavorativa, ma con la fortuna di essere nato nel 1956. In pratica dobbiamo prepararci, tutti, a lavorare almeno tre anni in più.
Il problema nasce dal principio di adeguamento all’aspettativa di vita: l’età per la pensione di vecchiaia, secondo quanto previsto dalla riforma Dini del 1995 e successivamente dalla Fornero, deve essere periodicamente adeguata alla speranza di vita. Verosimilmente questa aspettativa fra quarant’anni sarà più lunga di quella attuale.
La pensione di quel lavoratore oggi trentenne, avrà un altro grave problema e sarà l’importo dell’assegno: in Italia gli stipendi reali sono sensibilmente in calo da vent’anni. Come non bastasse c’è anche un problema di tenuta del sistema: sì è spesso avuto modo di constatare che negli attuali scenari demografici dell’Istat, la popolazione italiana passerà da 59 milioni di persone registrate nel 2022 a 54,4 milioni nel 2050. Cinque milioni di persone in meno. In pratica è come se sparissero intere regioni come Marche, Abruzzo, Umbria, Basilicata e Molise. Tutte insieme.
Sono ancora una volta i numeri a farci paura. Nel 2060, quando il trentenne sarà prossimo alla pensione anticipata, in Italia dovrebbero esserci 51,2 milioni di abitanti, di cui 25,7 in età da lavoro – un range compreso tra i 25 e i 67 anni – 10 milioni di giovani – compresi sotto i 24 anni – e 15,6 milioni di persone in età superiore ai 68 anni. Questo, in altre parole significa che ci sarà un con un pensionato ogni 1,6 lavoratori. Sulla base di queste è quasi impossibile che l’Italia non sarà costretta a nuove riforme delle pensioni nei prossimi decenni. Al punto che la prospettiva di un pensionamento a 70 anni potrebbe diventare da incubo a (quasi) un sogno.
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