Il dibattito sulla necessità di mangiare meno carne è molto sentito, e in gioco entrano tanti fattori. I Governi stanno cambiando le regole.
Oggi nei supermercati possiamo trovare quasi ogni genere di cibo, perché con la globalizzazione si sono mischiate anche tante culture culinarie. Sebbene gli italiani in genere abbraccino ancora la dieta mediterranea, proprio a causa della multiculturalità può sperimentare altri regimi alimentari.
Ma a breve non si tratterà più di scelta personale, perché tutto il mondo ha deciso di cambiare il modo in cui le persone si devono nutrire. Ecco le ultime e preoccupanti novità.
Negli ultimi tempi si parla sempre di più di quanto sia l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Si stima di un terzo delle emissioni globali, ed è urgente invertire la rotta.
Su come fare, ci ha pensato la COP 28, da poco terminata a Dubai. Lì i Governi di tutto il mondo si sono trovati d’accordo e hanno stilato le linee guida che cambieranno le nostre vite per sempre, da qui al 2050. Questa è infatti la data individuata entro cui arrivare a consumare il 50% di carne in meno.
Le motivazioni addotte sono sempre le medesime, che risuonano come una cantilena e arrivano alla mente di ogni persona. Gli allevamenti intensivi inquinano, consumano troppa acqua e compromettono la biodiversità. E non dimentichiamo i rischi per la salute, come tumori, malattie cardiovascolari eccetera.
Ma non si può non domandarsi se il problema del Pianeta sia esclusivamente questo. Perché sono altre le realtà che consumano acqua in eccesso (basti pensare alle multinazionali delle note bevande zuccherate) e basterebbe gestire meglio l’allevamento di animali per limitare i danni. Allevare poi trilioni di insetti per il consumo di massa non andrebbe comunque a impattare sulla biodiversità?
Oggi possiamo acquistare la carne al supermercato ma entro pochi anni troveremo al suo posto altri prodotti: farine di insetti, carne sintetica e prodotti super processati che tenteranno di assomigliargli.
Di contro, abbiamo filantropi che acquistano centinaia di ettari di terreno, e sostituiscono l’agricoltura con pannelli solari. Di recente, ad esempio la Morgan Stanley (la nota banca americana) sta comprando terreni oggi usati come risaia nel vercellese, che destinerà appunto all’installazione di impianti fotovoltaici.
Mark Zuckerberg oltre ad essersi costruito un super bunker) ha intenzione di allevare bovini in modo sostenibile, nelle sue proprietà però, e Bill Gates ha acquistato talmente tanto terreno negli Stati Uniti che è diventato il più grande latifondista di sempre.
Lo scenario che si prospetta, attuato dai potenti del mondo in nome della protezione della Terra, è quello di una élite che potrà mangiare ciò che vuole semplicemente perché ha le possibilità economiche, mentre alla massa saranno rifilati prodotti tecnologici (gli esperti stessi li chiamano così) di dubbia natura salutare.
A breve potremmo trovarci in un mondo forse meno inquinato, forse, ma senza l’agricoltura che conoscevamo, e senza più identità. La Terra potrebbe essere salvata in tanti modi, ma si vede che, per interessi economici, pochi hanno scelto di sacrificare l’umanità di tutti.
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