Sarà un addio quello del trimestre anti-inflazione. I ribassi sui prodotti nei supermercati non hanno ottenuto i risultati sperati. Non ci saranno proroghe.
I tre mesi sono quasi finiti e i consumatori soddisfatti dal trimestre anti-inflazione sono pochi. Meglio approfittare degli ultimi sconti prima delle brutte sorprese e riempire la credenza con i prodotti del carrello tricolore.
Il 31 dicembre 2023 spariranno i bollini del carrello tricolore dai prodotti alimentari e non presenti sugli scaffali dei supermercato. “Perché c’erano dei bollini” si domanderanno tanti contribuenti. Notare gli sconti è stato difficile soprattutto su articoli molto cari come, ad esempio, l’olio extra vergine di oliva.
La libertà lasciata alle aziende non ha portato ai risultati sperati. I prodotti scontati sono stati selezionati con cura e tanti store nemmeno hanno aderito all’iniziativa del trimestre anti-inflazione. In generale si può dire che l’obiettivo è stato in parte raggiunto. Gli aumenti dei prezzi sono stati contenuti e l’Italia ha raggiunto risultati che in altre nazioni non ci sono stati.
Il Ministro Urso sottolinea come l’inflazione è allo 0,8% mentre lo scorso anno era all’11,8%. Il nostro Paese è sotto la media UE e con un tasso inferiore alla Spagna, Germania e Francia. Una vittoria raggiunta anche grazie al trimestre anti-inflazione.
Stop al trimestre anti-inflazione, nessuna proroga
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si dice soddisfatto dai risultati raggiunti con l’iniziativa del trimestre anti-inflazione.
Il controllo dei prezzi del carrello della spesa è stato raggiunto e per tre mesi si sono contenuti i costi dei beni di prima necessità, dei prodotti alimentari e non alimentari, dei prodotti per l’infanzia e per la cura della persona. La maggior parte degli attori della filiera ha aderito all’iniziativa e tanti consumatori hanno risparmiato cifre importanti. Ma ora nessuna proroga è stata concessa. Quali saranno le conseguenze?
L’inflazione sta scendendo ma ciò non significa che tutti i prodotti diminuiranno il prezzo. Si registrano in alcuni casi prezzi stabili e in altri addirittura in salita. A novembre i rincari registrati rispetto al mese precedente hanno riguardato
- la frutta fresca con + 4,4%,
- l’olio d’oliva con +3%,
- burro con + 2,1%,
- prodotti per l’infanzia con + 2,9%,
- prodotti a base di cereali con + 2%,
- acqua minerale con + 1,7%,
- pasta fresca, secca e preparati di pasta con + 1,6%,
- latte conservato, yogurt, gelati con + 1,1%,
- piatti pronti con + 1%,
- carne equina, di coniglio, vegetali con + 0,9%.
Dati che secondo Massimiliano Dona – Presidente dell’Unione Nazionale dei Consumatori – attestano una sconfitta del trimestre anti-inflazione. Salgono i prezzi della frutta, della pasta, un risultato pessimo considerando l’importanza di questi beni.