Quando si parla di Tari esiste una procedura importante che consente di ottenere un risparmio notevole. Scopriamo di cosa si tratta.
Come tutti sanno annualmente tra le imposte che devono essere versate troviamo la Tari, un obbligo riguardante tutti coloro che possiedono fabbricati o risiedono (anche in affitto) in immobili che possono ‘generare’ rifiuti domestici. Si tratta di una tassa locale da corrispondere al comune sul quale l’abitazione o le altre strutture insistono e con scadenze specifiche da rispettare.
Pertanto gli importi da versare sono molto diversi non solo sulla base delle dimensioni abitative (i metri quadri calpestabili) ma anche della composizione del nucleo familiari e delle aliquote annualmente stabilite in ogni comune. Una famiglia di tre persone con una casa di 100 mq potrebbe ritrovarsi a dover pagare cifre molto diverse sulla base della città nella quale l’abitazione si trova. In tale contesto esiste un modo per risparmiare notevolmente che non tutti conoscono: scopriamo di cosa si tratta.
Il contribuente potrebbe, in alcuni specifici casi, pagare molto meno del dovuto opponendosi, di fatto, ad una richiesta di pagamento della tassa sui rifiuti. Seguendo una procedura ad hoc che permetterà di ridurre l’importo indicato. Chiaramente si tratta di un percorso assolutamente consentito dalla legge e che si concretizza mediante una contestazione della richiesta di pagamento attraverso una apposita istanza di autotutela da presentare in Comune o, in alternativa attraverso la presentazione di un ricorso al giudice tributario.
Il motivo è importante: si può agire in questo modo qualora ci si accorga che sulla richiesta di versamento della tassa rifiuti vi sono degli errori e che, dunque, essa è da considerarsi errata non dovendo versare il tributo nella sua interezza oppure dovendone pagare solo una parte. Essendo il comune l’ente creditore è necessario presentare l’istanza di autotutela in municipio chiedendo di annullare la richiesta di pagamento o di essere esentati da una parte di essa.
Il Comune potrà accogliere l’istanza (nella quale indicare generalità, CF, motivazione per la richiesta di rettifica, copia del documento di identità e della richiesta di pagamento e affermazione che la richiesta di versamento della Tari è stata ricevuta). Inviando l’ordine di annullamento del debito all’agente della riscossione esattoriale. A quel punto l’ente della riscossione si occuperà di cancellarlo. Senza quest’ordine l’agente sarà però obbligato per leggere a procedere con la riscossione della somma.
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