Superbonus 110% cosa fare se la ditta non finisce i lavori? Il dettaglio a cui prestare massima attenzione

Superbonus 110%: cosa fare se la ditta non finisce i lavori? Il dettaglio a cui prestare massima attenzione.

La corsa contro il tempo per beneficiare del Superbonus 110% è sempre più avvincente, ma una notizia sconcertante ha colpito gli aspiranti fruitori: la proroga è stata esclusa dal Decreto Anticipi.

l Superbonus 110%: le insidie per i committenti
Superbonus 110% e la corsa contro la scadenza del 2023 (ecodibasilicata.it)

Cosa significa? A partire dal 1° gennaio 2024, l’aliquota d’incredibile vantaggio si ridurrà drasticamente al 70%. Chiunque non concluda i lavori entro dicembre si troverà a pagare le spese del 2024 con uno sconto del 70%, anziché del 110%.

Il nodo cruciale del Superbonus 110% è sempre stato il vincolo temporale: i lavori devono concludersi entro una data precisa. Questo spesso mette il committente in una posizione vulnerabile, soprattutto considerando che la responsabilità dell’avanzamento dei lavori spesso ricade sulle imprese edili.

Nel 2023, le difficoltà economiche delle ditte edili, unite alla paralisi della cessione del credito e agli ostacoli dei crediti incagliati, hanno generato ulteriori complicazioni.

Come tutelarsi dai ritardi dell’impresa edile

Il 31 dicembre 2023 è la data limite per fruire dell’aliquota al 110%, ma il rischio di ritardi da parte delle imprese edili è reale. Cosa fare se i lavori non saranno completati in tempo? La legge prevede tutele per il committente, che possono variare da richieste di adempimento a intimidazioni legali per il risarcimento del danno.

Sfida contro il tempo: Superbonus 110%
Superbonus: cosa fare se i lavori rischiano di non concludersi entro il termine (ecodibasilicata.it)

Se manca un contratto scritto, la situazione non è disperata: un qualsiasi documento che attesti l’impegno dell’appaltatore può essere sufficiente. L’inadempimento si configura sulla base delle differenze tra ciò che è stato concordato e ciò che è stato effettivamente realizzato. In assenza di contratto, la forma libera può essere riconosciuta attraverso obblighi chiari: il committente paga e l’impresa esegue.

Se la ditta edile ritarda la consegna o abbandona i lavori, è possibile agire legalmente. Sostituire l’appaltatore in tempi brevi è un’opzione, ma vista la rapidità richiesta, sembra difficile. Le penali previste dal contratto possono essere un deterrente efficace, garantendo al committente una compensazione per i ritardi, che, nel caso del Superbonus 110%, potrebbero tradursi nella perdita del beneficio fiscale.

La fiducia tra committente e ditta edile è fondamentale. Se l’impresa non rispetta gli impegni, il committente può, attraverso una diffida scritta, risolvere il contratto entro un termine stabilito. In questo modo, si evita il pagamento per i lavori non eseguiti e, se è stato versato un acconto, si può ottenere il rimborso per l’inadempimento. Un gioco a somma zero che il committente può vincere nel rispetto delle regole.

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