Cambia tutto e adesso la scuola sceglie la settimana corta: non era così per tutti. Quali sono le novità e da quando partirà tutto questo.
Volge al termine un altro anno scolastico, ma c’è una novità per la settimana corta che stupisce un po’ tutti. Al di là delle tempistiche, infatti, la scelta rischia di aprire una voragine fra chi sposa la scelta e chi si oppone. Il tema è a dir poco infuocato, ora però tocca fare i conti con la decisione.
Nonostante manchi poco per la fine della scuola, ci sono delle questioni da affrontare. Una su tutte è proprio quella che riguarda i giorni in cui recarsi presso i vari istituti sparsi in giro per l’Italia. Adesso c’è però da fare i conti con una decisione presa direttamente dal Tar.
Settimana corta a scuola, la decisione è ufficiale
Spesso e volentieri si discute se scegliere o meno il modello che possa migliorare un giusto mix fra vita lavorativa e quella privata, ma il dibattito è variegato e non così lineare. Di recente, però, il TAR Veneto si è pronunciato e anche in maniera chiara. La decisione presa, infatti, lascia un po’ tutti di stucco.
Un consiglio di istituto aveva deliberato la modifica del piano triennale, nello specifico l’offerta formativa 2022-2025, proprio a partire dall’anno scolastico 2024-2025. In questo caso è stata stabilita l’adozione della settimana corta per l’istituto con cinque giorni settimanali. In questa delibera era previsto che l’orario sarebbe stato riorganizzato, ma tanti genitori si sono ribellati e avevano impugnato la delibera.
Ma quali sono i motivi? In realtà molti avevano specificato di essere contrari alla scelta di passare alla settimana corta anche per motivi di lavoro, sottolineando che ne avrebbero parlato con la dirigente scolastica, con tanto di richieste e missive inviate all’istituto. La sentenza numero 575 del 25 marzo 2024 ha stabilito che si tratta di interesse legittimo quello deciso dall’istituzione scolastica.
Il TAR Veneto ha quindi spiegato e motivato la scelta dell’istituto in merito all’adozione della settimana corta. L’azione della scuola non sarebbe quindi sindacabile sotto il profilo giurisdizionale e neanche dal punto di vista delle opportunità. Il dibattito sulla settimana corta resta in ogni caso argomento di forte discussione fra chi accetta la decisione e chi si oppone. Come andrà a finire?