Chi è senza lavoro e non ha diritto a sussidi non altra scelta che puntare alla pensione anticipata: le soluzioni, anche se poche, ci sono.
Lo Stato italiano tutela coloro che perdono involontariamente il lavoro: sono previste indennità specifiche e canali di pensionamento privilegiati. I disoccupati oltre una certa soglia anagrafica o con particolari situazioni economiche e familiari possono invece provare a ottenere un sussidio. L’obiettivo è quello di poter tirare avanti, il più dignitosamente possibile, fino al raggiungimento naturale della pensione di vecchiaia. Inutile girarci intorno: in Italia il lavoro è un problema per i giovani e diventa una chimera per le persone più adulte.
Ecco perché lo Stato prova a intervenire con vari ammortizzatori sociali. Ma ci sono molto persone che oltre a essere senza lavoro non sono in condizioni di chiedere sussidi e non possono neanche ambire a una pensione, non avendo raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi richiesti.
La forma di tutela principale per i disoccupati è la NASpI. Questo trattamento è valido solo se si è perso il lavoro involontariamente: l’INPS la metà delle settimane lavorate negli ultimi quattro anni per un periodo ristretto, di norma, pari a due anni.
Finiti questi due anni, la prestazione si esaurisce e chi è senza lavoro, con la pensione di vecchiaia lontana, può solo tentare di accedere a dei sussidi, come per esempio l’Assegno di inclusione. Il problema è che l’AdI tiene conto dell’ISEE relativo ai due anni precedenti alla domanda. Per questo allo Stato risulterà che il disoccupato ha un ISEE incompatibile con la prestazione, dato che in esso figura ancora il trattamento della NASpI.
Pensione per chi è senza lavoro e senza sussidi: le due strategie utili
Esistono anche altre indennità di disoccupazione oltre alla NASpI, ma anche queste coperture hanno una durata ridotta. Per un sessantenne, una situazione del genere potrebbe trasformarsi dunque in un incubo, dato che in Italia la pensione di anzianità (67 anni).
L’Assegno di Inclusione, accessibile a chi presenta un ISEE sotto i 9.360 euro e un reddito personale non superiore a 6.000 euro, è un’opzione complicata. Chi due anni prima della richiesta lavorava o percepiva la NASpI dovrebbe avere scarse possibilità di rientrare nei limiti dell’ISEE. Ecco perché la soluzione migliore è provare ad accedere alla pensione.
Ci sono infatti canali privilegiati di accesso alle pensioni per chi ha perso il lavoro e non può sfruttare altri sussidi (avendo esaurito la NASpI). Con l’APE sociale si accede a una pensione anticipata a 63 anni: chi ha terminato di percepire la NASpI e soddisfa determinati requisiti anagrafici e contributivi (63 anni e 41 anni di contributi) può accedere subito alla pensione.
Poi c’è la possibilità di sfruttare quota 41 per i precoci. Questo canale consente l’accesso alla pensione anticipata per chi ha iniziato a lavorare in giovane età e ha accumulato un certo numero di anni di contributi. In questo caso, in teoria, è anche possibile andare in pensione a 60 anni.