I debiti col Fisco spaventeranno di meno gli italiani: lo Stato è pronto a tendere una mano ai contribuenti in difficoltà.
Con la riforma fiscale il Governo Meloni ha deciso di intervenire massicciamente su debiti e sanzioni. Chi ha un debito con il fisco può d’ora innanzi aspettarsi un grosso aiuto da parte della politica, con multe che potrebbero essere dimezzate in caso di non dichiarazione dei redditi. Cambiano dunque molti degli importi delle sanzioni generiche. La premier segue una linea chiara: vuole che il fisco non spaventi più i contribuenti alla stregua di un mostro perfido e tentacolare.
In più occasioni la Meloni ha ribadito l’importanza di un fisco, a suo giudizio, più giusto che richieda di pagare il dovuto in tempi ragionevoli e, soprattutto, che sappia dialogare con i contribuenti, riconoscendo le difficoltà contestuali e non accanendosi nei confronti dei cittadini in difficoltà.
La presidente Meloni si è poi detta contraria al redditometro. Fondamentalmente ha espresso la sua contrarietà allo strumento, ribadendo che la sua posizione non è cambiata nel tempo. Durante il Festival dell’Economia di Trento, ha dichiarato che sia lei che il suo Governo sono sempre stati contrari a tale strumento.
Per la Meloni il redditometro può essere inteso come un meccanismo di “Grande Fratello fiscale”. Quindi ha sospeso la norma per poterla esaminare più a fondo, sottolineando la necessità di non dover vessare i cittadini. Ma lo Stato ha bisogno di introiti, che devono arrivare dalle sanzioni tributarie. Il Governo punta a scommettere che sanzioni più basse potrebbero invogliare più italiani a rispettare le norme e a pagare.
La riforma introduce la proporzionalità delle sanzioni, per garantire maggiore certezza del diritto e tutela per i contribuenti. Basteranno misure simili a rafforzare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione finanziaria? Il Governo crede che si debba promuovere un rapporto più collaborativo tra fisco e contribuenti.
Nuove multe e debiti col fisco: lo Stato strizza l’occhio agli italiani
La riforma garantisce che non ci sarà duplicazione dei procedimenti e delle sanzioni che partono da uno stesso fatto materiale. E afferma pure che le nuove multe dell’Agenzia delle Entrate saranno più vicine ai parametri europei. Infatti, la media delle sanzioni nei Paesi membri è intorno al 60% di quanto dovuto al fisco, molto meno di quanto si vede ora in Italia.
C’è da dire che il nostro è anche il Paese dell’UE in cui l’evasione fiscale è più alta. Secondo gli ultimi dati, l’Italia è stato il Paese in cui l’IVA è stata evasa di più. L’evasione totale ammonta a più di 14 miliardi di euro.
Ma il Governo vuole far diminuire le sanzioni e rendere così meno costose le multe da pagare. Si parla delle sanzioni richieste dall’Agenzia delle entrate, per la dichiarazione fiscale omessa o infedele. In Italia, a oggi, le sanzioni che possono arrivare anche al 240% del dovuto, ma con la riforma al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell’ammontare dovuto.
Il nuovo regime dovrebbe essere operativo da settembre 2024. La novità prevede sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo. Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi, dell’IRAP o la dichiarazione del sostituto d’imposta, la multa sarà quindi del 120%.
Per le dichiarazioni infedeli si passerà invece dal 180% al 70% fisso. Ci sarà dunque anche il taglio delle multe, che verranno ridotte nel complesso di circa il 10%. L’idea è che multe e sanzioni più proporzionate possano rendere le tasse più digeribili e quindi comportare minore evasione.