In caso di mancato pagamento dell’acconto IMU si rischiano delle conseguenze pesanti: controlla subito per non avere problemi.
Sono tantissimi gli italiani che si chiedono cosa succede se non si esegue il pagamento dell’IMU. La domanda nasce dal fatto che si tratta di una tassa gravosa, e per questo sgradita, che riguarda il possesso di molteplici immobili, diversi dalla prima casa, se non si rientra in uno dei casi di esenzione.
Come ogni argomento di natura fiscale è bene capire quali sono le regole stabilite per evitare qualsiasi tipo di problema. Bisogna subito dire che il mancato versamento dell’IMU conduce a delle conseguenze che possono rappresentare un sicuro problema. Entriamo nei dettagli per fare chiarezza su uno degli argomenti che più genera domande da parte degli italiani.
Quasi tutti gli enti locali cercano di accertarsi e riscuotere l’acconto IMU, un’attività che possono eseguire autonomamente o affidandosi a società e agenzie convenzionate. Dal 2020 la Legge di Bilancio ha potenziato il sistema dei controlli comunali per rintracciare le false residenze che altrimenti permetterebbero di beneficiare dell’esenzione di questa tassa. A fare chiarezza su cosa accade se non si paga la tassa è stato il portale laleggepertutti.it, che ha spiegato dettagliatamente le conseguenza del mancato pagamento.
Il versamento dell’IMU deve avvenire entro il 16 giugno per l’acconto ed entro il 16 dicembre per il saldo. Chi decide di pagare in un’unica soluzione deve farlo entro il 16 giugno. Chi non rispetta le scadenze e non esegue il versamento spontaneo in ritardo con il ravvedimento operoso, rischia di vedersi recapitare un avviso di accertamento da parte del Comune in cui si trova l’immobile.
Se neanche l’avviso di accertamento viene saldato nei giusti termini, o non viene impugnato presso la Corte di Giustizia Tributaria per l’annullamento, si passerà alla notifica di una cartella di pagamento. In questo caso, il contribuente che non procede al pagamento entro 60 giorni dalla notifica, e non rateizza il debito o impugna il provvedimento, riceverà delle azioni coattive di recupero da parte del Fisco o dal Concessionario convenzionato con il Comune.
Questo passaggio conduce al fermo amministrativo di veicoli, che deve essere preannunciato, o, in caso di debito sostanzioso, il pignoramento di beni mobili, come stipendi, conti correnti e pensioni. C’è anche la possibilità che il pignoramento coinvolga gli immobili, anche diversi da quello a cui fa capo la tassa non versata.
Per evitare problemi meglio giocare d’anticipo e regolarizzare autonomamente la tassa non pagata, a meno che non ci siano delle possibilità di farla annullare per illegittimità o si ha l’intenzione di rateizzare la cifra dovuta, ma in questo caso sarebbero presenti interessi e sanzioni.
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