Da Toto Cutugno con Belen, passando per Las Ketchup e Rocco Siffredi, ecco i capitoli più bizzarri della serata delle cover di Sanremo
Si sa, più artisti salgono sul palco del Festival di Sanremo, e più l’atmosfera diventa avvincente. L’obiettivo non è solo quello di aumentare il numero dei cantanti in gara, che quest’anno sono ben 30 (una sfida notturna per le vostre occhiaie), ma anche di invitare un numero sempre maggiore di artisti, trasformando l’Ariston in una sorta di contenitore magico – o bizzarro – che accoglie tutti.
Ecco qualche capitolo memorabile della storia dei duetti, protagonisti di una delle serate più seguite dell’Ariston: quella del venerdì.
Da anni esiste una tradizione consolidata, specialmente nella serata del venerdì dedicata a cover e duetti, creata appositamente per consentire ai partecipanti di moltiplicarsi sul palco come Gremlins, invitando amici, colleghi, compagni di etichetta discografica e personaggi vari, creando così un’esperienza unica per gli spettatori.
Nel corso del tempo, queste collaborazioni hanno dato vita a esibizioni memorabili, ma talvolta anche a veri e propri incidenti musicali in autostrada. Il tentativo di superare la barriera del suono trash ha portato a momenti che ancora oggi vengono ricordati con una certa nostalgia. Resta però un rimpianto, la mancata opportunità di assistere al duetto definitivo, al duetto dei duetti, al genitore di tutti i duetti trash: Tricarico con Lory Del Santo, programmato nel 2009 ma cancellato a causa dell’eliminazione del cantante de “Il bosco delle fragole” già durante la prima puntata.
Per cercare di lenire questo dolore, ecco altre collaborazioni che valgono la pena di conservare nei ricordi più bizzarri delle edizioni passate di Sanremo.
L’attesa per la famosa “farfallina” di Belen Rodriguez è stata soddisfatta nel 2012, ma due anni prima aveva già calcato il palco con il vero italiano Toto Cutugno, esibendosi in una versione appassionata e sospirata di “Aeroplani”. Tuttavia, l’esibizione non ha decollato completamente, creando un momento curioso e alquanto dimenticabile.
Quell’edizione vinsero i Pooh. Gruppo già amatissimo e famoso, che azzecca con “Uomini soli” uno dei loro pezzi più iconici, grazie anche all’urlo “Dio delle cittuààà” di un Roby Facchinetti in consueta paonazza trance oculare.
L’abbinamento con una cantante di classe come Dee Dee Bridgawater garantisce di mantenere il livello vocale su livelli d’eccellenza, anche se l’esito è più prevedibile.
Nel 2007, Roby Facchinetti dei Pooh ha sorpreso il pubblico duettando con suo figlio Francesco e, in modo del tutto inaspettato, con Anggun, la cantante indonesiana di “Snow on the Sahara”. L’inedita collaborazione ha portato la loro
“Vivere normale” a nuove vette, anche se forse avrebbe potuto essere ancora più memorabile come performance solista della cantante indonesiana.
Come nel caso di Nikka Costa, anche nel caso di La Toya Jackson, che riprende “Oltre l’ignoto” di Marcella e Gianni Bella, viene a mancare l’intreccio delle due voci. Ma, anche grazie a scelte metrico/testuali che ricalcano pedissequamente l’italiano (e sembrano un po’ scolastiche e rigide in inglese), nonché a causa della qualità non eccelsa di interprete della sorella di Michael, non è difficile preferire l’originale, con una Marcella verace e vocalmente di gran lunga superiore alla collega d’oltreoceano.
Nel Sanremo del 2004, ancora privo della tradizione delle serate duetti, un’accoppiata inusuale si è formata. Danny Losito, metà del duo dance Double Dee degli anni ’90, si è unito al trio spagnolo Las Ketchup, famose per il successo estivo di “Aserejé”. Nonostante il testo profondo (“Mi manca la lasagna che mi cucinavi tu”), l’esibizione non ha lasciato un segno indelebile nella storia del Festival.
Proseguiamo con uno duetti italiani di Sanremo in assoluto più famosi. Impossibile non menzionare Al Bano e Romina Power, partner non solo sul palco ma anche nella vita, considerati da tutti come una delle coppie più belle. I due decidono di partecipare insieme al festival di Sanremo 1984 con il brano Ci sarà portando a casa la vittoria.
Sanremo 2012 ha offerto uno dei duetti più arditi, con Loredana Bertè e Gigi D’Alessio che, oltre a duettare, hanno remixato la loro “Respirare” in chiave dance con l’aiuto di Dj Fargetta. Nonostante le aspettative, la performance è stata un mix di successo e stravaganza.
Alla coppia trottolinica Minghi & Mietta spetta un’icona novelty come Nikka Costa, che tornava diciottenne, dopo un lungo periodo di inattività dovuto alla morte del padre, l’arrangiatore Don Costa (e si spera anche a studiare), 9 anni dopo il successo da bambina con “On My Own”.
Il pezzo perde le parole di Panella e l’alternarsi delle due voci, irrigidendosi in un arrangiamento tipicamente mainstream, ma la Costa canta comunque bene.
Nel 2013, durante la spassosa esibizione di “Canzone Mononota”, gli Elio e le Storie Tese hanno coinvolto il celebre attore per adulti Rocco Siffredi, creando uno spettacolo surreale e divertente che ha lasciato il pubblico estasiato.
Uno degli abbinamenti più improbabili è quello tra un mito dell’R&B come Ray Charles e l’italiano vero Cutugno. Inaspettato e sorprendente è anche l’esito: la prevedibile “Amori” pur armonicamente ariosa, si trasforma sotto le dita di Charles in una stratosferica ballad, in cui chi ascolta allibito davanti al teleschermo fa fatica a riconoscere l’originale.
Ma la chiave di questo “miracolo” – oltre che nel calibro dell’interprete – sta nel fatto che il musicista americano non cade nella trappola di costruire un testo sulla metrica dell’originale italiano (trappola in cui cadranno in tantissimi), ma inventa per “Good Love Gone Bad” una melodia e un andamento più consoni al proprio stile e alla lingua inglese. Oltre che molto più belli.
Nel 2020, la regina del twerk italiano Elettra Lamborghini si è unita alla misteriosa Myss Keta per un duetto indimenticabile di “Non succederà più”. L’accoppiamento di queste due personalità uniche è rimasto iconico, rappresentando al meglio l’assurdità e la diversità che caratterizzano il Festival di Sanremo.
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