Quasi un fallimento: la rottamazione è stata troppo rigida e incapace di venire incontro a molti contribuenti. Con esti deludenti.
La rottamazione quater delle cartelle esattoriali è la sanatoria che i contribuenti hanno potuto richiedere nel 2023. Un vantaggio non indifferente, ma con il passare dei mesi e l’arrivo delle scadenze delle rate, sempre più contribuenti sembrano aver deciso, o essere stati costretti, a interrompere i versamenti.
La conseguenza è una sola: significa incorrere nella decadenza. La rottamazione delle cartelle esattoriali è una sanatoria che molti contribuenti hanno potuto sfruttare per ridurre il pesante fardello dei debiti pendenti. E per pagare a rate quanto dovuto, ma al netto degli sconti previsti. Una via d’uscita ma che per molti non ha funzionato.
La rottamazione prevedeva la cancellazione di interessi, sanzioni e aggi di riscossione, e il saldo del debito residuo poteva essere suddiviso in rate. Le scadenze, prefissate a partire da ottobre 2023 e fino a novembre 2027 (per un massimo di 18 rate), erano generalmente trimestrali.
Questo rappresentava un vantaggio, ma non solo. Se le rate erano comunque una frammentazione del debito, per quelli rilevanti, la rata trimestrale poteva risultare pesante. Questo potrebbe essere stato uno dei motivi per cui la rottamazione delle cartelle non ha prodotto gli incassi che lo Stato sperava di portare a casa, costringendo molti contribuenti a non pagare.
C’è chi non ha pagato la prima rata, chi ha smesso alla seconda, altri alla terza o quarta. Un altro grave problema della rottamazione è stata la troppa vicinanza tra le prime due rate, in scadenza il 31 ottobre e il 30 novembre. Anche questo ha spinto o costretto molti contribuenti a non saldare quanto dovuto e a decadere già lo scorso anno.
Anche le rate di febbraio e maggio hanno causato la decadenza di molti contribuenti. Non tutto è stato vano, perchè ha pagato alcune rate ma è decaduto avrà le rate pagate considerate come acconti sul vecchio debito ma interessi, sanzioni e aggio tornano a gravare sulle cartelle esattoriali, e le procedure di esecuzione forzata riprendono, con il rischio di pignoramenti per stipendio o pensione, dei conti correnti, oltre al rischio di ganasce fiscali e dei fermi amministrativi dei veicoli.
A conti fatti anche i 5 giorni di tolleranza concessi dopo la scadenza di ogni rata sono serviti a poco.
E’ dunque verosimile che si arrivi a a una quinta versione della rottamazione, riaprendo la possibilità di pagare le cartelle per coloro che sono decaduti e includendo nuovi debiti fino 31 dicembre 2023.
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