Sotto accusa il pezzo sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Il Partito democratico parla di “propaganda” ma i giornalisti della testata respingono le accuse: “No a intromissioni politiche”
Dopo il servizio su Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, andato in onda al Tg1, il primo telegiornale della Rai è finito al centro della bufera, con il Partito democratico che parla di “propaganda” a proposito del pezzo firmato da Giancarla Rondinelli che ieri al notiziario delle 13 ha raccontato la passeggiata dei “ragazzi” tra i viali del cimitero monumentale del Verano di Roma per rendere omaggio “a tutti gli eroi italiani”.
“Sono andati in onda 60 secondi di retorica pura per un omaggio non ai morti, ma ai giovani di Fratelli d’Italia. In 40 anni non s’era mai visto piegare il servizio pubblico alla propaganda di una forza politica, ma la destra che occupa i tg non ha più freni: non inchieste ma racconti edificanti di una patria che fuori dalla tv viene sacrificata ogni giorno sull’altare dell’interesse di parte: quello della peggiore destra del dopoguerra”, scrivono in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capogruppo del Pd alla Camera e al Senato.
I componenti dem della commissione di Vigilanza Rai se la prendono con il direttore della testata Gianmarco Chiocci chiedendone “l’immediata audizione” perché la “misura è colma”, scrivono in una nota. “Con il servizio di oggi del Tg1 su una manifestazione organizzata dal movimento Gioventù nazionale, definita non politica e elevata a evento patriottico culturale, la Rai ha toccato il fondo. Dopo gli allontanamenti selettivi di autorevoli professionisti, dopo il crollo degli ascolti, dopo la messa in mora di un serio piano di investimenti per il rilancio del servizio pubblico, siamo adesso alla bassa propaganda mascherata da servizi culturali. Il Direttore Chiocci venga a spiegare in vigilanza Rai se ha cambiato ruolo e se è diventato il portavoce dei movimenti giovanili di destra che hanno sede in via della Scrofa”. Mette il carico Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Pd: “Una cosa è la propaganda altro è il giornalismo. E il Tg1 è diventato il megafono per eccellenza di TeleMeloni”.
Il Comitato di redazione del Tg1 dal canto suo respinge le accuse al mittente. “La politica non dovrebbe permettersi mai di giudicare il lavoro dei colleghi della nostra testata. È una cosa grave e pericolosa. Eppure è accaduta proprio oggi riguardo al servizio che abbiamo mandato in onda sul ricordo di patrioti italiani morti per il nostro Paese”, commenta Elisabetta Abbate, presidente del Cdr Tg1. “Ma propaganda di cosa? Abbiamo dato semplicemente conto di una manifestazione fatta da un gruppo di giovani (gioventù nazionale) al Cimitero del Verano, per ricordare cosa voglia dire sacrificarsi per una nobile causa. Lo scandalo dei rappresentati dem in vigilanza è dunque uno scandalo strumentale, politicamente arrogante nei confronti del nostro lavoro. E oltretutto non supportato dai fatti”, attacca la giornalista, secondo cui il telegiornale sotto la direzione Chiocci è “molto più pluralista del passato”.
Prova ne siano i dati dell’Agcom e dell’Osservatorio di Pavia. I numeri “dimostrano incontrovertibilmente che il Tg1 rispetta pienamente l’equilibrio di tutte le rappresentanze. Anzi: secondo i tempi di parola corrispondenti al risultato elettorale, il Pd, e le opposizioni in generale, sono sempre sopra la soglia che dovrebbe essere loro garantita”, spiega Abbate. “Pluralismo, imparzialità, correttezza, sono il nostro faro nell’attività quotidiana e respingiamo ogni ingiustificato attacco alla nostra testata”.
A stretto giro è arriva la replica del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Stucchevole, pretestuosa e fuori luogo l’ennesima polemica imbastita dal Pd contro il Tg1 alla cui redazione desidero esprimere solidarietà”, è il commento di Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai. “Colpire dei ragazzi per attaccare il nostro partito o il governo è davvero avvilente. Soltanto questo basterebbe per commentare l’iniziativa del Pd”, si legge in una nota. “Piuttosto, sarebbe stata grave non dare notizia della manifestazione, censurando Gioventù nazionale soltanto perché movimento giovanile di FdI”.
Le fa eco il collega di partito Francesco Filini, capogruppo nella Commissione, secondo cui quella dei dem è “una gravissima e intollerabile ingerenza”. Mentre i presidenti dei gruppi di FdI alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, parlano di “faccia tosta” degli esponenti Pd e di “evidente violazione della libertà editoriale” del telegiornale della Rai.
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