Come ridurre il rischio di demenza? Secondo gli scienziati c’è un’abitudine tanto semplice quanto efficace per evitarla.
Uno dei disturbi più diffusi a livello nazionale è la demenza. Ad esserne colpiti sono gli individui sopra i 65 anni, mentre si riduce sensibilmente il rischio per le persone più giovani.
Secondo quanto riportato da dementia.org.it, questa non è una malattia specifica ma un insieme di problemi e disordini a livello cerebrale che possono compromettere la vita quotidiana, in maniera più o meno pesante. La demenza arriva a colpire non soltanto i comportamenti ma anche le funzioni cerebrali e il pensiero.
Le cause sono numerose anche se, nella maggior parte dei casi, non è possibile individuarne una precisa. Anche se sono diversi i fattori scatenanti e gli effetti, è possibile ridurre sensibilmente il rischio di essere colpiti da demenza. Basta introdurre nella propria quotidianità un’abitudine tanto semplice quanto efficace. Di che cosa si tratta?
Alcuni studiosi britannici hanno osservato come il cervello umano risponda positivamente ad alcuni stimoli. Una delle attività in grado di ridurre moltissimo il rischio di demenza è la musica. In particolare, imparare a suonare uno strumento ha dei benefici incredibili sul cervello. A riportarlo è gbnews.com, che ha proposto un’interessante studio pubblicato sull’International Journal of Geriatric Psychiatry.
La ricerca ha dimostrato che imparare a suonare uno strumento in tarda età aiuta a migliorare la salute del cervello. Non solo! Il piano, in particolare, contribuisce a ridurre la perdita di memoria e sviluppa le capacità intellettive. Cantare, invece, unisce i benefici della musica a quelli di un’attività di gruppo, consigliata in tarda età.
La prof.ssa Anne Corbett, docente di ricerca sulla demenza presso la University of Exeter, sostiene la validità degli studi sulla materia. L’esperta ha sottolineato la correlazione tra musica e attività cerebrale, evidenziata dagli studi già citati. Il collegamento è fondamentale per aiutare gli adulti, e soprattutto coloro che hanno più di 65 anni, a limitare i danni del disturbo. “Pensiamo che la musica possa essere un modo per sfruttare l’agilità e la resistenza del cervello“, ha spiegato la Corbett.
Non solamente la musica ma anche le attività di gruppo sono importantissime per la contrastare la demenza. Come già accennato, cantare in un coro aiuta l’attività cerebrale ma anche la socializzazione. La prof.ssa Corbett ha spiegato l’importanza di tutto ciò in età senile. Anzi! “Questo potrebbe essere inserito in un pacchetto di di invecchiamento sano per i più anziani”, sostiene la docente secondo quanto riportato da gbnews.com.
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