La badante rappresenta l’unica alternativa alla casa di riposo quando si ha bisogno che qualcuno assista un anziano, ma quanto costa?
Il tempo purtroppo passa per tutti, ma questo non rende meno difficile accettare che un familiare non sia autosufficiente come un tempo. La situazione non dipende certamente solo dall’età, ma anche da alcune malattie che possono diminuire l’efficienza e compromettere non solo la mente, ma anche la capacità di spostarsi. Non può che essere determinante in casi simili cercare di trovare una soluzione per garantirgli maggiore assistenza possibile.
Spesso se i familiari più stretti sono impegnati con il lavoro si finisce per optare per il trasferimento in una caa di riposo, dove è possibile contare sull’assistenza costante di personale specializzato. L’unica alternativa è data dall’assunzione di una badante, che può trasferirsi in casa, ma non può che essere importante sapere a quanto ammontino i costi da sostenere.
No alla casa di riposo, ma quanto devo spendere?
Non tutti gli anziani possono essere favorevoli all’idea di trasferirsi in una casa di riposo, soprattutto perché sanno che quello rappresenta un passaggio definitivo nella loro vita, oltre a non avere la certezza di trovarsi bene nella struttura. Del resto, sono diversi i casi di cronaca in cui si racconta di alcuni componenti del personale che non si sono comportati in maniera consona e corretta, per questo il timore non può che esserci anche da parte dei familiari.
Il diretto interessato può ovviamente scegliere solo se ha ancora la facoltà di ragionare, in caso contrario l’onere non può che spettare ai parenti più stretti, che devono sostenere spesso anche la spesa almeno in modo parziale. Molte pensioni, infatti, non consentono di riuscire a garantire il pagamento di una retta mensile.
Chi non volesse muoversi in questa direzione può optare esclusivamente per una badante, che ha il vantaggio di trasferirsi nell’abitazione dell’anziano che ha bisogno.
La sua assunzione deve però avvenire secondo ben precise, oltre a essere comunque costosa. Qualora il malato non sia autosufficiente, è indispensabile che sia presente una persona anche durante la notte, ma non è consentito, come è facile immaginare, che una sola persona lavori 24 ore su 24.
Una badante notturna non deve svolgere attività di assistenza, ma deve garantire la sua presenza all’interno dell’abitazione, così da intervenre in caso di bisogno. Il lavoro si svolge dalle 21 alle 8, come da CCNL, senza indennità per i pasti. In genere si deve prestare servizio fino a un massimo di 30 ore settimanali, ovvero 5 ore al giorno per 6 giorni, garantendo anche un giorno di riposo settimanale alla badante, mentre non sono previste pause nel corso del turno. Devono inoltre essere garantiti tredicesima, 6 giorni di ferie all’anno e gli straordinari.
E’ ovviamente necessario definire cosa si intenda in questo caso per straordinari, il riferimento è alla necessità di garantire un’assistenza effettiva, non solo la presenza sul posto. Anche il lavoro nei giorni festivi deve essere remunerato a dovere. Secondo le norme in vigore, per lo straordinario si deve calcolare la maggiorazione del 25% per le ore extra o del 60% per il lavoro domenicale e festivo. Insomma, è bene fare tutti i calcoli necessari per capire se si una soluzione davvero sotenibile per tutti.