La riflessione in merito alla qualità della vita delle città italiane è sempre più vivo e coinvolgente. La classifica relativa, fa riflettere.
Da molti anni si discute ormai, numeri alla mano, della qualità della vita nelle città italiane e non solo. In molti casi, le classifiche che di fatto vanno a essere determinate dallo studio e dall’utilizzo di specifici elementi di valutazione, portano a riflessioni davvero in attese.
In linea di massima, in molte situazioni è come se non si fosse davvero compreso il valore stesso della riflessione, cosa voglia dire, insomma, vivere in un certo modo. Gli stessi specifici risultati, quelli provenienti dalle varie valutazioni prodotte da più realtà specifiche.
Spesso impegnate in questo particolare ambito, arrivano a colpire profondamente i cittadini delle città che inaspettatamente non raggiungono gli standard ideali alla fine considerati. In ogni caso, le argomentazioni possono, certo, essere molteplici, anche se restano i numeri, che non sempre possono essere contestati.
Ogni anno, ormai dal 1990, parliamo quindi di ben 33 anni, il Sole 24 anni, propone la sua classifica delle province italiane in base alla qualità della vita. Per arrivare a tali conclusioni si prendono in considerazione numerosi elementi. Tra questi, possiamo trovare, per esempio, il lavoro in quel territorio, l’ambiente, la sicurezza, la cultura, la salute. Tutte riflessioni che portano poi a determinare lo stato, se cosi si può dire, di quello stesso ambito territoriale.
Stando a quella che è la stessa classifica prodotta dallo studio relativo, la provincia in cui si vive meglio nel 2023 è quella di Udine, seguita da Bologna e Trento. La città di Roma, per esempio, e questo è un dato che può di certo colpire, si colloca al 35esimo posto della speciale classifica, mentre Milano occupa l’ottavo posto su un totale di 107 posizioni. Ultimi tre posti, occupati dal terzultimo in poi da Napoli, Caltanissetta e Foggia.
Gli indicatori utilizzati per lo studio in questione sono complessivamente novanta, suddivisi in sei grandi categorie:
I dati utilizzati arrivano dalle istituzioni e da specifici istituti di ricerca, tra i quali il ministero dell’Interno e l’Istat e l’Inps. Mille punti assegnati per ogni indicatore in base alla stessa “qualità” riscontrata. Il risultato finale, rappresenta l’opportunità per l’ennesima riflessione più che mai prolungata sullo stato del nostro paese. La qualità, vissuta, cercata, rappresenta di fatto un preciso stile di vita e una particolare ambizione sempre più diffusa tra i cittadini.
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