La pensione è un diritto garantito dalla Costituzione ma il nuovo modello previdenziale sta danneggiando tutto il sistema.
Abbiamo parlato di diritto. Ma la realtà dei fatti mette in luce un primo grande limite: non tutti hanno facoltà di godere di una pensione. Inoltre, l’accesso a questo trattamento economico è legato ai contributi previdenziali versati durante la vita lavorativa. E non è tutto… Spesso l’INPS si trova in difficoltà con le coperture e non riesce a corrispondere quanto dovrebbe. Di conseguenza, si riduce le possibilità di pensionamento per coloro che vorrebbero lasciare il lavoro dopo anni di contributi versati.
Un caso emblematico è quello degli ex dipendenti pubblici che, con il loro peso in termini di costi per lo Stato, rapprentano un problema per l’intero sistema. Il prezzo troppo elevato dei trattamenti versati a tanti privilegiati sta in pratica devastando i conti dell’INPS e riducendo silenziosamente la pensione di tutti.
Una vera e propria zavorra che tira giù tutto il sistema. Le pensioni degli ex dipendenti pubblici, assorbiti dal 2012 con la riforma dell’allora Governo Monti, rappresenteranno un’insidia per ancora tanti anni. L’Osservatorio INPS, nel suo aggiornamento dei dati relativi alle pensioni percepite dagli ex dipendenti pubblici, ha reso infatti noto che anche nel 2024 i costi sono spropositati.
in questo ultimo periodo sono stati liquidati 3,1 milioni di assegni per una cifra complessiva di 90,1 miliardi di euro. L’aumento è dell’8,2% rispetto a un anno prima. I nuovi assegni risultano diminuiti del 9,8% a 136.418, anche se il loro importo unitario medio è cresciuto del 4,1% (a 2.083,44 euro).
Tutto ciò dipende appunto dalla scelta di far assorbire l’ex INPDAP dall’INPS. Era il 2012, e da quel momento per l’INPS si è aggiunta una spesa oggettivamente insostenibile.
Perché gli ex dipendenti pubblici stanno danneggiando la pensione degli italiani
L’INPS si aspettava per lo scorso anno un risultato negativo per gli ex dipendenti pubblici nell’ordine dei 18 miliardi circa. Ma i conti sono andati peggio del previsto. L’esborso per le relative pensioni è stato stimato superiore alle previsioni per circa 1 miliardo e mezzo.
Si nota anche che il 58,9% dei trattamenti erogati agli ex dipendenti pubblici sono legati a forme di pensionamento anticipato. In questo senso gli ex dipendenti pubblici gravano pesantemente sugli altri lavoratori e stanno danneggiando tutto il sistema pensione.
Gli ex dipendenti pubblici, nei decenni scorsi, hanno beneficiato di varie norme per andare subito in pensione. C’è gente che a quarant’anni appena compiuti era già in pensione. Ed è anche per questo che il bilancio dell’INPS è sempre in passivo. Succede perché il peso degli assegni erogati agli ex dipendenti pubblici non riesce a essere sostenuto dalla medesima categoria (cioè dai contributi versati dai nuovi lavoratori del pubblico impiego).
In realtà fu proprio per questo che il Governo Monti decise di sopprimere l’INPDAL, trasferendone la gestione in capo all’INPS. L’esperimento non è andato bene o non ha dato i frutti sperati.