Aspettativa dal lavoro: ecco come funziona e quale è la durata massima per il congedo retribuito tutti i dettagli.
Per aspettativa dal lavoro, si intende un periodo di assenza giustificato previsto dalla legge senza il rischio di perdere il posto di lavoro o di incorrere in provvedimenti disciplinari, l’aspettativa in alcuni casi inoltre è retribuita.
Ogni dipendente ha diritto all’aspettativa e nella maggior parte dei casi, può essere retribuita, tuttavia ci sono anche alcune eccezioni. Chi va in aspettativa non perde il lavoro, si tratta infatti solo di un periodo di sospensione.
I motivi per cui può essere richiesta l’aspettativa, sono vari potrebbe infatti dipendere da motivi familiari da un momento di lutto o da altri eventi. Si può accedere a questa formula in base al contratto collettivo nazionale dei lavoratori dipendenti. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, non hanno accesso a questa misura in quanto possono organizzare il lavoro a propria discrezione. Solitamente, è prevista una durata massima, ma non è escluso che possa estendersi anche per periodi parecchio lunghi, si può andare in aspettativa infatti anche per uno o due anni. Fa parte dell’aspettativa la maternità e la paternità.
Aspettativa retribuita, in cosa consiste e chi ne ha diritto
L’aspettativa, è un periodo di assenza giustificata dal lavoro nel quale non si corre il rischio né di perdere il proprio posto di lavoro né di essere sottoposto ad un provvedimento disciplinare. L’aspettativa tuttavia, non è un diritto assoluto e l’accesso a questa formula, dipende da alcune esigenze specifiche. Prima di tutto la durata massima è di due anni nell’arco della vita lavorativa del soggetto, ma può essere chiesta anche in modo frazionato.
Sono previste due tipologie di aspettativa, quella retribuita e quella non retribuita, tra le varie tipologie di aspettativa c’è quella per gravi motivi familiari, si tratta di una formula di aspettativa non retribuita, riguarda i casi in cui ci sono gravi motivi familiari che riguardano il proprio convivente, dei parenti o affini, entro il terzo grado. Il coniuge, i figli genitori, i fratelli e le sorelle.
L’aspettativa può invece essere retribuita in caso di assistenza di un familiare disabile, nel caso in cui un familiare del dipendente dovesse essere colpito da una disabilità grave, è previsto un periodo di astensione dal lavoro definito congedo straordinario, durante il quale il dipendente riceverà lo stipendio e i contributi figurativi.
Altre tipologie di aspettativa non retribuita, sono ad esempio l’aspettativa sul lavoro per cariche pubbliche elettive e attività sindacali e l’aspettativa per esigenze di formazione, l’aspettativa invece può essere retribuita per attività di volontariato.