L’aumento vertiginoso del prezzo di una materia prima potrebbe portare a un aumento dei furti: ecco perché il valore è schizzato alle stelle.
Ogni volta che il prezzo di una materia prima conosce una rivalutazione o un aumento significativo si hanno da, un lato, implicazioni importanti per l’economia globale e, dall’altro, sviluppi di comportamenti illeciti (come furti e danneggiamenti). Esistono varie forme di speculazione: si procede, dai grandi giochi di prestigio di mercato ai reati più comuni. Se poi il metallo in questione è riciclabile o ampiamente disponibile nel contesto urbano, è inevitabile che molti siano tentati dall’idea di accaparrarsene grandi quantità.
La materia prima in questione ha grande importanza per la produzione di auto elettriche, smartphone, computer, cavi di telecomunicazioni ed essenziali per il trasporto di energia. Da un po’ è richiestissimo anche per lo sviluppo dell’intelligenza artificiali. Ed era prevedibile che con l’aumento della domanda crescesse anche il prezzo. Parliamo di un metallo con cui tutti hanno parecchia familiarità: il rame.
Nonostante l’enorme diffusione del prodotto già trasformato, il rame è una risorsa non così disponibile come potrebbe sembrare. La produzione di questo metallo è soggetta a limitazioni geografiche e logistiche. E le principali miniere di rame sono concentrate in pochi Paesi (Cile, Perù, Cina, Congo). L’offerta è quindi sempre collegata alle politiche specifiche di poche nazioni. Basta uno sciopero da parte dei minatori o un problema nel trasporto nazionale a creare una crisi nell’offerta.
Tantissimi investitori stanno speculando sul rame reputando questa materia prima come un’opzione di investimento destinata a portare grandi guadagni: in pochi anni il prezzo è salito alle stelle. La speculazione si attua nel momento in cui la domanda di rame aumenta: gli investitori acquistano contratti futures, incidendo così all’aumento del prezzo.
Ed è proprio la particolare combinazione di domanda che cresce di continuo (il rame è essenziale per i veicoli green, i cavi elettrici ed elettronici e per i chip più evoluti) e offerta limitata che sta spingendo di questa materia prima alle stelle. Poco tempo fa il rame è toccato il suo record di prezzo. A metà marzo 2024, il rame ha raggiunto il costo di 9.066,50 dollari per tonnellata al London Metal Exchange, superando la cosiddetta soglia tecnica e psicologica dei 9.000 dollari.
Quel prezzo è ulteriormente salito. Ora siamo oltre i 9.250 dollari. Si cresce quindi di almeno un 10% al bimestre. Secondo le previsioni, la crescita dovrebbe andare avanti per tutto il 2024. E ne approfittano anche le persone in difficoltà e i ladruncoli comuni.
Da tempo, in varie parti del mondo (compresa l’Italia), si parla di furti di rame. Bande organizzate assaltano binari dei treni e centrali elettriche per recuperare rame da rivendere. E tali furti creano anche disagi nell’infrastruttura elettrica e nel sistema ferroviario. Ma il rame è presente anche in tutti i sistemi di telecomunicazioni principali, siano essi pubblici o privati.
Nel nostro Paese esiste una vera e propria tradizione collegata a questi furti aggravati. Molte comunità rom si sono specializzate nel settore. Va ricordato che il furto di rame rappresenta un’ipotesi di furto aggravato. Chi viene sorpreso a rubare rischia da due a sei anni e una multa da 927 a 1.500 euro per chi ruba componenti metalliche o altro materiale del genere.
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