Economia

Più soldi per loro, meno per te. Cosa accade con le banche italiane

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Armando Del Bello

Un problema di soldi, molti e troppo pochi, Tutto inizia e finisce dalle banche. Ora più che mai. cosa sta accadendo.

Parliamo di soldi. Il 2023 a farla da padrone sono le banche italiane, i cui profitti hanno superato complessivamente i 40 miliardi di euro. L’aumento dei tassi di interesse ha giocato degli istituti di credito, che hanno ottenuto margini di guadagno più alti sulle erogazioni dei prestiti.

La stretta delle banche

I prestiti provenienti dalle banche hanno fatto registrate negli ultimi anni una flessione costante  e indiscutibile. Sono gli stessi dati forniti dall’Associazione bancaria italiana. A maggio scorso, al settore privato sono stati erogati 1.276,5 miliardi. Non sembrano pochi, ma questo dato va confrontato con altri per essere compreso davvero.

Calano i prestiti ai privati – Foto | Ecodibasilicata.it

Solo cinque anni prima, il dato era ben diverso: 1.296,2 miliardi. In valore assoluto abbiamo c’è stata una flessione di quasi 20 miliardi e in percentuale dell’1,5%. Negli stessi anni i depositi da parte della clientela sono passati 251,5 miliardi a 1.777,7 miliardi facendo registrare un incremento del +16,5%. Da questi numeri emerge che i prestiti delle banche in rapporto alle somme depositate dai clienti sono passati  dall’84,9% di cinque anni al 71,8% dell’anno corrente. Sono dati che rivelano un significativo cambio di rotta: gli istituti di credito tengono sempre più liquidità infruttifera, evidentemente non volendo rischiare di prestarla ai clienti considerati a rischio.

Qualche vantaggio c’è stato

Per quanto possa apparire intransigente e criticabile, questo modello di business più accorto  ha avuto come risultato rimarchevole quello di evitare il tracollo dei crediti deteriorati: solo cinque anni fa sfioravano i 70 miliardi, adesso adesso si fermano poco sopra 30, un rapporto che si è più che dimezzato. In relazione agli impieghi totali, si è dunque registrata una significativa flessione: dal 3,31% all’1,45%.

Se consideriamo che  l’inflazione italiana nell’ultimo quinquennio e fino al 31 maggio scorso è stata pari al 16,4%. Ne consegue che i depositi siano rimasti sostanzialmente invariati in termini reali. Discorso diverso invece per i prestiti delle banche al settore privato risultano precipitati del 17,9%. Questa estrema prudenza è premiata, perché, come abbiamo visto, i profitti salgono sensibilmente. Cambiano anche le condizioni del credito. In media, nel maggio del 2019, i tassi sui prestiti erano paria al 2,57%. Due mesi fa, erano ormai saliti al 4,81%. Sulla base di questi numeri possiamo affermare che le banche oggi possono agevolmente conseguire ricavi ormai sopra i 60 miliardi all’anno sui prestiti erogati. Significa, in altre parole, che sono quasi il doppio rispetto a cinque anni fa.

Armando Del Bello

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