A breve saranno comunicate decisioni importanti in merito ai requisiti richiesti per le pensioni, non ci sono notizie buone per molti.
Pensare che si possa continuare a lavorare ben oltre i 60 anni anche se si è presa una laurea e non si è riusciti a iniziare a farlo prima dei 25 anni è però molti impossibile. L’efficienza mentale e fisica diminuisce infatti con il passare del tempo, per questo non si può avere un rendimento pari a quando si era giovani, indipendentemente dal ruolo che si è chiamati a svolgere.
Godere del meritato riposo e avere del tempo da trascorrere con i propri affetti più cari non può che essere un desiderio comune a molti e che è naturale poter coltivare, ma non sempre le norme in vigore rappresentano un aiuto per chi vorrebbe realizzarlo. Le norme relative ai requisiti richiesti per le pensioni appaiono infatti sempre più stingenti e rinviano spesso quel traguardo così tanto agognato.
Poche certezze sul futuro delle pensioni
Chi non è più giovanissimo si augura certamente di poter ricevere aggiornamenti positivi da parte dei governi che si succedono in merito alle norme richieste per avere diritto alle pensioni, ben sapendo come queste possano cambiare spesso. Già in passato il Ministro Salvini aveva espresso la sua contrarietà a uno dei provvedimenti più discussi, la Legge Fornero, auspicando una sua rapida abolizione, ma la sua idea non è stata ancora tradotta in realtà.
Ora che siamo ormai arrivati al giro di boa di quest’anno è più che naturale guardare al 2025, ben sapendo come sia necessario muoversi in anticipo per presentare apposita domanda, ma la situazione attuale non sembra permettere di essere molto ottimisti.
Le intenzioni di un esecutivo non possono certamente bastare, è più che indispensabile anche che le casse dello Stato possano sostenere eventuali cambiamenti, cosa che fino ad ora non ha permesso di modificare le norme relative al sistema pensionistico. La prospettiva di rendere accessibile a tutti già tra pochi mesi Quota 41 sembra quindi scontrarsi con una realtà particolarmente amara. Si tratta di un problema non da poco, visto che una soluzione simile potrebbe permettere di concludere la propria carriera lavorativa senza tenere presente l’età, ma a condizione di avere maturato almeno 41 anni di contributi.
Si fa strada invece la possibilità di una conferma di Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale, ma con requisiti che potrebbero essere parzialmente diversi rispetto a quanto accaduto finora, purtroppo non in positivo. Addirittura si potrebbe pensare (ipotesi al momento non esclusa del tutto) di eliminare tutte e tre le opzioni, a favore di un passaggio da Quota 103 a Quota 104, cosa che non potrebbe però essere considerata un beneficio per molti lavoratori. Fare previsioni certe attualmente appare difficile, non resta che attendere, quasi sicuramente da qui a fine anno ne sapremo di più.