Fino a qualche decennio fa non era così raro parlare di pensioni prima dei 60 anni, ma oggi la situazione è differente.
Nonostante i grossi limiti e i tanti vincoli introdotti dalle ultime riforme sul sistema previdenziale, esistono comunque ancora interessanti opportunità per poter arrivare alla pensione in età non troppo avanzata. I requisiti attuali per la pensione di anzianità sono i 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi previdenziali. Ovviamente, ci sono diverse possibilità per poter uscire dal lavoro prima dei 67 anni.
Di base, per la pensione anticipata, l’età minima varia a seconda del periodo contributivo. Il modo migliore per spiegarlo è attraverso un esempio pratico. Chi ha cominciato a versare contributi prima del 31 dicembre 1995, secondo le regole vigenti, può anche accedere alla pensione prima dei 60 anni. L’età giusta è pari ai 57 anni. Chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, non può accedere alla pensione anticipata prima dei 62 anni.
Ma la pensione anticipata non è per tutti. Ci sono categorie specifiche (invalidi, disoccupati, madri lavoratrici, persone che hanno affrontato lavori gravosi) che possono accedere a canali preferenziali per il pensionamento precoce. Poi, per tutti gli altri, vale il concetto di accumulo contributivo.
Attualmente, gli uomini possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (un totale pari a 2.277 settimane lavorative). Le donne, invece, possono raggiungere la pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi (pari a 2.175 settimane).
L’uscita anticipata dal mondo del lavoro è un tema molto dibattuto, perché parecchio importante. In Italia il sistema previdenziale è in evidente affanno e questo anche per come sono state gestite pensioni negli scorsi anni. Soltanto di recente, infatti, lo Stato ha smesso di “favorire” alcune categorie di lavoratori con pensionamenti precoci e alti assegni.
Dopo anni caratterizzati da un sistema basato sull’anzianità e non molto limpido, si è passati al sistema contributivo, e andare in pensione è diventato assai più complicato. Ma lo Stato ha bisogno di favorire il ricambio generazionale e spingere le persone a lasciare il lavoro, anche se non sono abbastanza soldi per pagare a tutti la pensione.
Per questo sono nate le quote con cui si è cercato di favorire i lavoratori con molti anni di contributi alle spalle, i fragili e i disoccupati. Esistono tuttavia anche misure poco note con cui è possibile raggiungere la pensione prima dei 60 anni. Fra queste c’è quota 41 per i lavoratori precoci: un sistema che permette il pensionamento anche a 60 anni. Accedono a questa misura gli invalidi civili con il 74% di invalidità, i disoccupati che hanno perso la NASpI da almeno tre mesi e i lavoratori gravosi.
Le donne (ma non tutte) possono poi ancora sfruttare Opzione donna. La misura è aperta per invalide, caregiver, licenziate o addette di aziende con tavoli di crisi aperti al Ministero. L’uscita prevista in questo caso è a 59 anni di età con 35 anni di contributi.
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