Ottime notizie per chi percepisce pensioni minime: è possibile ottenere un aumento grazie ai cosiddetti diritti inespressi.
Le pensioni minime rappresentano un importo mensile che spetta ad alcune categorie di cittadini purché rispettino determinati requisiti. Il trattamento minimo è riconosciuto dallo stato a tutti coloro che hanno un importo di pensione basso, che – per questo motivo – viene elevato a 515 euro mensili.
Dunque, per poter percepire la pensione minima è necessario innanzitutto aver maturato i requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Quindi, non solo occorre di aver compiuto 67 anni di età, ma anche di contare circa 20 anni di versamenti contributivi. Se però l’importo percepito è inferiore al trattamento minimo, la disciplina prevede la cosiddetta integrazione.
In pratica l’importo mensile percepito dal pensionato viene innalzato fino a raggiungere quota 515 euro mensili. È opportuno ricordare che ogni anno l’importo viene ricalcolato in base al tasso di inflazione e al reale potere d’acquisto delle pensioni. Tuttavia, è possibile aumentare l’importo della pensione minima percepita utilizzando i diritti inespressi.
Pensioni minime: come aumentarle con i diritti inespressi
Se percepisci la pensione minima e riceve un importo inferiore a 750€ al mese, hai la possibilità di avere i cosiddetti diritti in espressi. Per poter accedere a questa opportunità, è necessario presentare una apposita domanda direttamente all’istituto previdenziale oppure rivolgendosi ad un CAF o ad un patronato abilitato.
Ma esattamente che cosa sono i diritti inespressi? Con questo termine, si fa riferimento ad una tipologia di diritti che spettano al pensionato da richiedere da parte del diretto interessato tramite un’apposita domanda all’INPS. Di conseguenza fin quando il soggetto interessato non presenta l’istanza non solo non avrà la possibilità di goderne, ma li congelerà automaticamente fino a quando non li perderà in maniera definitiva.
I diritti inespressi permettono di incrementare l’importo della pensione percepita mensilmente o annualmente. Rientrano nella categoria dei suddetti diritti:
- la quattordicesima mensilità
- l’integrazione al trattamento minimo
- le maggiorazioni sociali
- l’assegno familiare per pensionati autonomi
- le prestazioni per invalidi civili
- la pensione di cittadinanza
- l’assegno al nucleo familiare per i pensionati dipendenti
- la maggiorazione per ex combattenti.
Trattandosi di diritti inespressi per potervi accedere è necessario richiederli, perché non saranno mai erogati in maniera autonoma. Per questo motivo, se il pensionato tarda a richiedere tali diritti, può addirittura perderli. In base a quanto stabilito dalla disciplina italiana i diritti inespressi cadono in prescrizione dopo cinque anni.
Per evitare di perdere questa è importante opportunità consigliamo di chiedere informazioni direttamente all’INPS o ad un CAF.