Sul tema pensioni emergono 3 grossi vantaggi da cogliere al volo. Ecco cosa sapere per non perdere una grande opportunità.
Sul trattamento pensionistico si continua a discutere ma questa volta a segnalarsi è una novità che al suo interno contiene 3 grandi vantaggi. Prendere in esame questi vantaggi consente di gestire al meglio il momento dell’uscita dal lavoro e accogliere una pensione più elevata.
Le normative sulle pensioni non sono sempre chiarissime e per questo motivo molti lavoratori decidono di lasciare il proprio lavoro appena raggiunti i requisiti stabiliti. Questa scelta può rilevarsi non propriamente giusta perché in alcuni casi l’importo del cedolino non sarebbe affatto soddisfacente. Bisogna quindi ragionare su quando andare in pensione, perché rimandare potrebbe essere vantaggioso.
Non tutti sanno infatti che rimanere al lavoro anche solo un anno in più può essere 3 volte conveniente. Vediamo quindi perché si tratta di un’opportunità da prendere in considerazione e cosa calcolare per capire se rimandare l’uscita dal lavoro conviene davvero.
Rimandare l’uscita dal lavoro non rappresenta sempre una soluzione negativa, perché alle volte può essere conveniente effettuare questa scelta. Ad esempio, andare in pensione anche solo 12 mesi dopo aver maturato i requisiti significa accogliere un cedolino calcolato su 12 mesi in più di contribuzione. Questi contributi possono avere grande valore, anche se molto dipende dalla somma della retribuzione percepita.
Bisogna anche prendere in considerazione che rimandare l’uscita si traduce in un’età più alta. Questo comporta un calcolo sul trattamento pensionistico basato su un coefficiente di trasformazione dei soldi accumulati nel montante contributivo, più elevato. In breve, significa che a parità di contributi un lavoratore che lascia il suo lavoro a 66 anni prenderà una pensione più cospicua di chi lascia a 65 anni.
La cifra finale della pensione si lega sempre alla retribuzione, nel senso che più è alto lo stipendio e più saranno alti i contributi versati ogni mese. Due vantaggi da considerare per comprendere se andare in pensione prima sia davvero la scelta giusta. A questi due vantaggi si affianca un terzo che però si riferisce solo ad una determinata categoria di lavoratori: coloro che nel 2024 raggiungono 41 anni di contributi versati e 62 anni di età.
In questo scenario emergere il bonus contributivo per la Quota 103. Coloro che restano al lavoro anche se hanno raggiunto il diritto di accedere alla Quota, possono presentare domanda all’INPS. Con tale richiesta si chiede all’ente di applicare per il resto dell’attività lavorativa svolta uno sgravio contributivo. La quota dei contributi a carico del professionista, il 9,19%, resterebbe in busta paga per tutti i mesi di lavoro dopo aver raggiunto i requisiti stabiliti per legge.
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