Buone notizie per i pensionati: a giugno gli assegni previdenziali saranno molto più ricchi. Vediamo che cosa cambierà.
Pensioni più ricche a giugno, finalmente la notizia tanto attesa è stata confermata. Il mese prossimo milioni di anziani riceveranno un assegno previdenziale molto più sostanzioso. Scopriamo la ragione di questi incrementi.
Quando si parla di pensioni si teme subito il peggio: tagli oppure età pensionabile aumentata. Queste sono le paure più grandi dei contribuenti. Paure più che fondate del resto. L’età pensionabile, per adeguarsi alla durata di vita media, effettivamente aumenterà ancora a breve.
Per quel che riguarda i tagli è sufficiente dire che le pensioni italiane sono tra le più basse in Europa ma, in compenso, vengono tassate con le stesse aliquote Irpef degli stipendi. Ragione che sta spingendo sempre più pensionati a prendere un volo di sola andata per Paesi in cui le pensioni non vengono tassate.
Questa volta, tuttavia, una buona notizia che riguarda proprio le pensioni: a giugno molte persone riceveranno un assegno previdenziale molto più sostanzioso degli altri mesi. Il mese prossimo sono previsti incrementi importanti che, tuttavia, riguarderanno solo i pensionati che soddisfano determinati requisiti.
Pensioni più alte ma non per tutti: ecco chi riceverà gli aumenti
Assegni pensionistici più ricchi a giugno. Per molti ma non per tutti. Infatti solo chi soddisfa determinati criteri riceverà la maggiorazione. Vediamo chi saranno i fortunati.
A partire da gennaio 2024, le pensioni sono aumentate per due motivi: la rivalutazione annua e l’abbassamento delle aliquote Irpef che sono passate da 4 a 3. Per quel che riguarda la rivalutazione, quest’anno corrisponde al 5,4%. Tale percentuale, tuttavia, è stata applicata al 100% solo agli assegni più bassi, quelli fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps.
Gli altri assegni, sono comunque aumentati, ma in misura minore. Nello specifico la rivalutazione delle pensioni nel 2024 ha seguito questo schema:
- rivalutazione del 100% per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo dell’Inps;
- rivalutazione dell’85% per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minimo;
- rivalutazione del 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo
- rivalutazione del 47% per le pensioni tra 6 e 8 volte il minimo
- rivalutazione del 37% per le pensioni tra 8 e 19 volte il minimo
- rivalutazione del 32% per le pensioni che superano di 10 volte il trattamento minimo.
Per quel che riguarda, invece, l’abbassamento delle aliquote Irpef, esse, come anticipato, sono passate da 4 a 3 con un accorpamento del primo e del secondo scaglione di reddito. In pratica la fascia reddituale compresa tra 15.001 e 28.000 euro, che fino all’anno scorso pagava un’aliquota del 25%, da quest’anno paga un’aliquota del 23% come la fascia reddituale fino a 15.000 euro.
Di conseguenza, in virtù del ricalcolo, tra rivalutazione e abbassamento aliquote Irpef le pensioni hanno subito incrementi che oscillano da un massimo di 54 euro fino ad oltre 71 euro al mese. Coloro che non hanno ancora ricevuto gli aumenti a causa di rallentamenti nel ricalcolo delle pensioni, riceveranno tutto a giugno con tanto di arretrati.