In base al tipo di misura con cui si accede alla pensione, cambiano le finestre mobili, cioè i tempi di attesa per ricevere il primo assegno.
Quando si parla di pensione, oltre all’età e agli anni di contributi, bisogna tener conto di un terzo fattore: le finestre mobili. Vediamo come cambiano a seconda delle diverse misure di pensionamento.
Con “finestra mobile” si intende il tempo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti per l’accesso alla pensione e l’ottenimento effettivo del primo assegno previdenziale. Va da sé che si tratta di un fattore importantissimo e che può risultare penalizzante. Infatti, a seconda della misura di pensionamento che si sceglie, la finestra mobile può essere molto ampia.
Pertanto, in alcuni casi, anche se una persona ha già raggiunto i requisiti necessari per l’accesso alla pensione, per potersi mantenere dovrà ancora continuare a lavorare anche per mesi o per più di un anno se la finestra mobile è molto ampia.
Pensione e finestre mobili
Tra il raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla pensione e l’ottenimento effettivo della pensione stessa, passa un tempo più o meno lungo che si chiama “finestra mobile”. Vediamo come cambiano le finestre mobili a seconda delle diverse misure di pensionamento.
La misura di prepensionamento sicuramente meno vantaggiosa dal punto di vista delle finestre mobili è Opzione donna. Con questa misura tra il raggiungimento dei requisiti e il primo assegno previdenziale trascorrono 12 mesi nel caso delle lavoratrici dipendenti e 18 mesi nel caso delle lavoratrici autonome.
Non è molto vantaggiosa neppure Quota 103. Con la legge di Bilancio 2024, infatti, il Governo Meloni ha allungato le finestre mobili per chi sceglierà questa misura. Con Quota 103 le finestre mobili nel 2024 sono di 6 mesi per i lavori dipendenti del settore privato e per i lavoratori autonomi e 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico.
Da quest’anno, inoltre, chi sceglierà di andare in pensione con Quota 103 subirà una pesante penalizzazione perché l’assegno previdenziale verrà interamente ricalcolato con il sistema contributivo e non potrà superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps.
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia per persone con invalidità pari o superiore all’80%, la finestra mobile è di 12 mesi. Questi lavoratori possono accedere alla pensione con 20 anni di contributi a 61 anni se uomini e a 56 anni se donne. I non vedenti, invece, possono andare in pensione con solo 10 anni di contributi a 56 anni se uomini o a 51 anni se donne. In questo caso la finestra mobile è di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per i lavoratori autonomi.
Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria che si ottiene, a qualsiasi età, con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, la finestra mobile è di 3 mesi.
Invece nessuna finestra mobile per chi accede alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni con 20 anni di contributi o a 71 anni con almeno 5 anni di contributi o a chi accede alla pensione anticipata contributiva a 64 anni con almeno 20 anni di contributi e un assegno previdenziale pari almeno a 3 volte l’importo dell’Assegno sociale.
Nessuna finestra mobile nemmeno per chi va in pensione con Ape sociale a 63 anni con un requisito contributivo che, a seconda della categoria, oscilla tra i 30 anni e i 36. In tutti questi casi l’assegno previdenziale arriva già il mese successivo al raggiungimento dei requisiti.