Novità per la pensione di reversibilità. L’iInps che ha deciso di accettare la sentenza della Corte Costituzionale: cosa cambierà a breve.
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha deciso di adeguarsi all’ultima sentenza della Corte Costituzionale, lanciata lo sorso anno. Questa aveva sancito l’irriducibilità della prestazione oltre il reddito conseguito dal superstite. Adesso arriva un’altra novità: tutti i cambiamenti.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha accettato l’adeguamento alle disposizioni della Corte Costituzionale emesse l’anno scorso, che hanno stabilito l’irriducibilità della prestazione oltre la misura dei redditi conseguiti dal superstite. Questa decisione implicherà la ricostituzione automatica delle pensioni ai superstiti che erano state ridotte in misura superiore rispetto ai redditi percepiti dal superstite stesso. Tale iniziativa sarà accompagnata dal riconoscimento degli arretrati nei limiti della prescrizione quinquennale.
L’INPS ha reso nota questa decisione attraverso la Circolare n. 108/2023, che recepisce il principio sancito nella sentenza della Corte Costituzionale n. 162/2022. La sentenza ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 1, comma 41 della legge n. 335/1995, nota come Riforma Dini, nella parte in cui non prevedeva un tetto alle decurtazioni del trattamento ai superstiti derivanti dal possesso di un reddito aggiuntivo. Per tutta la platea interessata sono in arrivo diverse novità come stabilito dalla Corte Costituzionale.
Pensione di reversibilità, cosa ha deciso la sentenza della Corte Costituzionale: le novità
La questione principale della sentenza riguardava la misura delle riduzioni applicabili alle pensioni ai superstiti in caso di percezione di altri redditi da parte del titolare. La legge n. 335/1995 aveva stabilito criteri graduati in base al reddito del superstite, determinando percentuali di erogazione della pensione. La Corte Costituzionale ha sottolineato come questo meccanismo sia irragionevole, specialmente per quanto riguarda le decurtazioni che superano il reddito aggiuntivo goduto dal beneficiario nell’anno di riferimento.
L’Inps, in risposta a questa sentenza, ha rivelato che procederà alla ricostituzione d’ufficio dei trattamenti pensionistici interessati. Questo significa che le pensioni ai superstiti saranno rivalutate, e qualora le trattenute abbiano superato l’importo dei redditi aggiuntivi annuali di riferimento, verrà riconosciuto il trattamento derivante dal cumulo dei redditi con la pensione ai superstiti nel limite della concorrenza dei relativi redditi.
Per tutti i pensionati interessati a questa ricostituzione, l’INPS prevede che il riconoscsimento delle differenze sui ratei arretrati e degli interessi legali e/o la rivalutazione monetaria. Il tutto sarà nel rispetto dei limiti della prescrizione quinquennale. Tutte le somme a riguardo verranno calcolate a ritroso della data di riliquidazione del trattamento. Quindi l’INPS ha deciso di adottare delle misure concrete per conformarsi alla recente pronuncia della Corte Costituzionale. In questo modo garantirà la piena applicazione dei principi di giustizia e correttezza nella gestione delle pensioni a chi è rimasto in vita.