Da sapere su quando andare in pensione, è possibile molto prima del previsto, scegliendo una di queste tre opzioni. Tutte le informazioni utili da conoscere.
La pensione è la preoccupazione di molti italiani. Dopo una lunga vita di lavoro arriva il momento in cui si vuole smettere per godersi il meritato riposo. Uscite dal lavoro troppo generose in passato, un debito pubblico molto pesante e soprattutto il calo demografico hanno costretto a un innalzamento dell’età pensionabile in Italia, con alcune eccezioni per i lavori più usuranti.
Le riforma Fornero delle pensioni ha portato l’età pensionabile a 67 anni. Allo stesso tempo, tuttavia, sono stati introdotti dei correttivi e delle misure per anticipare la pensione ad alcune condizioni e con alcuni requisiti, in particolare di anni di contributi.
Esistono tre opzioni per andare in pensione anticipata. Scopriamo quali sono in dettaglio, chi ne ha diritto e come usufruirne. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Pensione, ci si può andare molto prima scegliendo tra tre opzioni
Sono tre le misure per andare in pensione prima della scadenza ordinaria, si tratta di tre opzioni molto diverse tra loro previste per diverse categorie di lavoratori e che richiedono condizioni e requisiti diversi. L’unico elemento che accomuna queste tre diverse misure è la pensione anticipata. La prima misura, di cui si parla spesso, è l’Ape sociale riconosciuta ai lavoratori che si trovano in difficoltà perché disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, perché assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con un grave handicap o un altro parente o affine di secondo grado convivente che non può essere assistito dai genitori o dal coniuge, perché hanno una riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile, superiore o uguale al 74% o perché sono lavoratori dipendenti che hanno svolto una attività lavorativa gravosa da almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa ovvero almeno sei anni negli ultimi sette anni.
Nei casi indicati è possibile andare in pensione anticipata a 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi, tranne per le attività lavorative gravose per cui sono richiesti in genere 36 anni di contributi o 32 anni per particolari categorie.
L’altra opzione, invece, è quota 41 per i lavoratori precoci. Si tratta di coloro che hanno versato almeno 12 mensilità di contributi effettivi prima del 19° anno di età, con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, e che entro il 31 dicembre 2026 raggiungeranno 41 anni di contribuzione. I requisiti per accedere a questa pensione anticipata sono gli stessi dell’Ape sociale.
Infine, l’ultima misura di pensionamento anticipato è quota 96,7 riconosciuta a lavoratori pubblici o privati che svolgono attività lavorative definite usuranti, come il lavoro pesante o notturno. I lavori usurati devono essere stati svolti per 7 anni degli ultimi 10 anni di attività lavorativa o almeno per la metà della vita lavorativa. In questi casi, per andare in pensione sono sufficienti 61 anni e 7 mesi di età anagrafica e 35 anni di contribuzione (61,7 + 35= 96,7).