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Economia

Partite Iva, non fatevi illusioni sull’importo della pensione: è un incubo

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Armando Del Bello

Un traguardo atteso, ma che può rivelarsi un’amara sorpresa per i lavoratori autonomi. Ecco una previsione (ottimistica)

Per riuscire ad ottenere oggi la pensione di anzianità, i lavoratori autonomi devono avere almeno 67 anni di età, e minimo di 20 anni di contributi, con qualche eccezione: per chi ha contribuito per 40 anni, l’età minima per la pensione può essere inferiore se lo consentono e leggi vigenti al momento della richiesta.

Essere una Partita Iva può avere alcuni svantaggi – Foto: Ecodibasilicata.it

 

Pensione di anzianità, come funziona

Il montante contributivo che sarebbe la somma dei contributi versati è il criterio di riferimento per il calcolo della pensione. Un altro criterio imprescindibile è il coefficiente di trasformazione in base all’età del lavoratore al momento del pensionamento. Più si è anziani, più alto è il coefficiente, valutando una durata di vita residua verosimilmente inferiore. In altre parole: vivrai poco, ci costerai meno, possiamo pagarti una pensione più alta. Il coefficiente viene applicato al montante contributivo per determinare l’importo della pensione.

Raggiungere la pensione per alcuni è quasi un miraggio – Foto: Ecodibasilicata.it

Partiamo da un’ipotesi ottimistica: un lavoratore autonomo che ha versato contributi per 40 anni con un reddito medio annuale costante, ad esempio un imponibile di 30.000 euro e contributi  versati regolarmente al 25%, aliquota standard per i lavoratori autonomi. Secondo le tabelle attuali, il coefficiente di trasformazione per un lavoratore che si pensiona a 67 anni è di circa il 5,575%. Applicando questo coefficiente, un montante contributivo di 400.000 euro produce una una pensione annua di circa 22.300 euro, che corrisponde a circa 1.858 euro mensili.

Le cattive sorprese

L’importo, a prima vista, appare più che dignitoso. Ma ora arrivano le sorprese, perché l’importo è  lordo. Se togliamo la tassazione IRPEF ordinaria avremo un netto di circa 1.000 euro mensili dopo 40 anni di contributi. E abbiamo valutato un’ipotesi quasi ottimale Dobbiamo considerare che molti fattori possono influenzare, in senso negativo, l’importo finale della pensione. Tra questi, la continuità dei contributi, eventuali periodi di disoccupazione o di ridotto versamento contributivo, e l’andamento economico generale. Per i lavoratori autonomi, la pianificazione pensionistica rappresenta un aspetto cruciale della gestione finanziaria a lungo termine. Contribuire regolarmente e considerare l’adesione a piani pensionistici complementari può fare la differenza nell’importo della pensione futura.  Per non arrivare impreparati agli ultimi anni l’INPS offre strumenti di simulazione pensione online che consente di calcolare realisticamente l’importo futura pensione. Questi strumenti prendono in considerazione vari parametri individuali e forniscono una previsione basata sui contributi effettivamente versati. Se il futuro è cupo, meglio saperlo in tempo e provi rimedio.

Armando Del Bello

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