I dati su chi evade maggiormente le tasse: un problema purtroppo ancora molto presente nel nostro paese, la classifica.
Uno degli impegni economici più grandi da parte di tutti i cittadini sono le tasse da pagare, senza le quali però la collettività non potrebbe avere i servizi che invece ha: pagarle è un obbligo quindi non soltanto per evitare reati, ma anche per il proprio senso civico.
Purtroppo però, ormai da anni, il problema dell’evasione tormenta l’Italia: un doppio danno per i cittadini onesti, che si ritrovano a pagare le tasse e a vivere in uno stato dove, chi non contribuisce, gode comunque dei servizi pubblici.
Da una recente indagine basata sui dati che il dipartimento delle Finanze ha pubblicato di recente, in merito alle dichiarazioni del 2023 di 2,3 milioni di persone, emerge un dato piuttosto preoccupante: in molti settori c’è un’alta percentuale di lavoratori autonomi che dichiara meno di quanto ha guadagnato.
I dati raccolti sono, come detto, basati su un algoritmo che verificando le dichiarazioni dei redditi degli ultimi cinque anni dei lavoratori autonomi, assegna un punteggio relativo all’affidabilità fiscale. Sicuramente non è sempre vero che chi dichiara un fatturato in calo evade le tasse (perché potrebbe semplicemente aver ridotto la sua mole di lavoro) ed è vero anche che un evasore potrebbe mantenere sempre i suoi guadagni fiscali, ma sono comunque dati che portano a delle riflessioni.
Stando alle percentuali, il settore che potrebbe avere il più alto tasso di evasione fiscale è quello delle lavanderie (78,5%), seguito a ruota da quello del settore del noleggio auto (77,9%), della gestione degli impianti sportivi (76,3%) e dei ristoranti (72,5%). A rimanere sopra la soglia del 70% anche quello delle pelliccerie (72,5%), dell’assistenza anziani e disabili (72,4%), dei sondaggisti (71,9%), della pesca e acquacoltura (71%), della lavorazione the e caffè (70,9%) e delle associazioni e organizzazioni 70,6%.
Spostando l’analisi a livello territoriale, le regioni maggiormente a rischio evasione sarebbero il Molise, la Basilicata e la Sardegna; al contrario, quelle che registrano un tasso percentuale minore sono invece il Trentino-Alto Adige, il Veneto e la Lombardia. Tra i settori più virtuosi, quello delle farmacie e degli studi medici non superano il 30%, fermandosi rispettivamente al 25% e al 25,9%. A prescindere dai dati, resta la necessità di trovare uno strumento concreto per combattere l’evasione, così da favorire anche tutti i cittadini onesti.
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