Arrivano la pace con il fisco e la pace contributiva: torna la possibilità di riscattare periodi non coperti da contribuzione previdenziale.
Dopo le novità introdotte dalla Legge di Bilancio, l’INPS ha diffuso la circolare n. 69 (del 29 maggio 2024) per chiarire le condizioni cui è subordinata la nuova pace contributiva che il lavoratore può richiedere al fisco. L’istituto ha poi illustrato quali sono le procedure da seguire per esercitare tale possibili, con limiti e beneficiari. Si parla di pensioni… Secondo quanto stabilito, ora i lavoratori potranno farsi carico dell’onere previsto per valorizzare ai fini della pensione quei periodi in cui non hanno lavorato (dove non c’è quindi copertura previdenziale obbligatoria).
La pace contributiva autorizzata dall’ultima Legge di Bilancio può essere quindi descritta come il nuovo meccanismo con cui un lavoratore che vuole aumentare i suoi contributi può farlo tirando fuori un po’ di soldi per pagarli di tasca propria. Un simile investimento che può essere conveniente sia per raggiungere il numero minimo di contributi per andare in pensione prima del previsto che per ottenere una rendita maggiore.
Non è la prima volta che lo Stato permette una simile pace previdenziale. Ma questa volta non è possibile portare in detrazione la spesa sostenuta (negli anni passati si poteva detrarre il 50%). A parte questo l’INPS precisa che non ci sono differenze rispetto all’ultima pace col fisco per i contributi attuata per il triennio 2019-2021.
Quando si parla di “pace contributiva”, in realtà si fa riferimento a qualcosa di più preciso e circostanziato, ovvero al riscatto dei periodi non coperti da retribuzione. Molti italiani hanno però già confidenza con questa possibilità, proprio per la misura sperimentale che fu valida dal 2019 al 2021 e che si rivolgeva esclusivamente a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996.
I soggetti beneficiari della nuova pace contributiva sono gli iscritti alla assicurazione generale obbligatoria (AGO) e alle forme sostitutive ed esclusive della stessa. Ma anche gli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione separata INPS. Tutti questi soggetti devono essere privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non possono già essere già titolari di pensione.
L’INPS precisa anche che la facoltà di riscatto è riservata ai lavoratori che hanno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Possono formare oggetto di riscatto i periodi temporali collocati tra il primo gennaio del 1996 e il 31 dicembre 2023 nella misura massima di cinque anni, ma anche non continuativi. Questi anni sono determinati senza tenere in considerazione gli eventuali periodi già riscattati con l’analoga misura vigente nel triennio 2019-2021.
Le domande per poter sfruttare questa possibilità vanno inoltrate all’INPS entro fine dicembre 2024. L’onere può essere versato in unica soluzione oppure in 120 rate mensili senza interessi.
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