Le truffe aumentano a vista d’occhio in Italia, alcune sono veramente subdole. Rischi di svuotare il conto corrente. Cosa bisogna fare in questi casi.
Aprire la porta di casa e farsi convincere nel firmare un contratto può diventare fatale in questo caso. La nuova truffa circola in Italia e non promette nulla di buono, anzi.
All’orizzonte si dovrebbero intravedere i primi segnali, ma in alcuni casi è bene allertare chi non sia avvezzo a queste dinamiche senza alcuno scrupolo. Le truffe sono variegate, alcune a dir poco subdole per dinamica e strategia dei malviventi.
Come funziona la truffa e cosa fare per evitarla
Un nuovo raggiro sta colpendo tantissimi utenti. A denunciare la nuova truffa del catalogo è l’Unione nazionale dei consumatori. Ma di cosa si tratta e come avviene? Ebbene sì, i malintenzionati chiedono la firma su una ricevuta, così da ottenere catalogo o tessera sconti, facendo invece attivare un contratto.
E proprio così si rischia di dover pagare cifre esorbitanti, ma senza effettivamente esserne a conoscenza. Una persona si presenta dinanzi alla propria abitazione con l’intento di consegnare un catalogo all’interno del quale sono presenti degli sconti piuttosto invitanti. Basta una semplice firma – così da far vedere a fantomatici responsabili l’effettiva consegna dei cataloghi – per cadere nella trappola. Si tratta invece di un contratto attraverso cui il malcapitato si impegna ad acquistare oggetti, alcuni dei quali con costi veramente alti.
E proprio dopo aver ottenuto il contratto firmato, infatti, l’obiettivo resta quello di far trascorrere i 30 giorni, così da non poter più esercitare il diritto di recesso. Dopo un mese, infatti, un altro venditore giunge dinanzi casa e minaccia causa legale in caso di mancato pagamento. La tessera sconto è un altro tentativo di truffa che prevede telefonata di un call center, sondaggio al quale rispondere e conseguente arrivo della tessera a casa. Basta anche in questo caso una semplice firma per cadere nel tranello. Migliaia di euro, spesi in acquisti di oggetti di valore, ma senza esserne pienamente consapevoli.
L’unico modo per difendersi è leggere attentamente cosa si stia firmando, chiedendo al contempo di avere una copia del contratto. Nei 30 giorni di recesso è inoltre possibile contestare l’accordo-truffa e chiederne l’annullamento, così da evitare danni economici.