Morire per una sfida sui social è ancora possibile: la tragedia del bambino che ha perso la vita durante un pigiama party.
Da diversi anni ormai si punta l’indice contro la pericolosità dei social media e soprattutto dei modelli di comportamento pericolosi e tossici che essi promuovono. Si tratta di tendenze e “mode” che spopolano soprattutto tra i giovani e tra i giovanissimi, ancora privi degli strumenti e della maturità mentale per comprendere appieno la pericolosità di quello che, almeno in teoria, dovrebbe essere solo un gioco.
Purtroppo è lunga la lista di coloro che hanno perso la vita a seguito di sfide social che invitavano ad emulare comportamenti rischiosi e che inducono i giovani a mettere a rischio la propria vita soltanto per ottenere un briciolo di popolarità, i like e l’ammirazione dei propri coetanei.
A quella lista negli scorsi giorni si è aggiunto il nome di un bambino morto in un maniera completamente imprevedibile, che ha lasciato un gigantesco vuoto nel cuore della sua famiglia.
Il nome con cui questa sfida ha cominciato a spopolare e a diffondersi su Tik Tok potrebbe essere fuorviante e non lasciare immediatamente intuire in cosa consiste. La “cromatura” fa riferimento alle bombolette di vernice cromata, che spesso vengono utilizzate in maniera impropria assieme ad altre bombolette spray che usano propellenti chimici e non aria compressa.
La sfida consiste nell’inalare i fumi chimici che escono dalle bombolette allo scopo di “sballarsi”, come se si assumesse, a tutti gli effetti, una sostanza stupefacente. In genere la sfida provoca “soltanto” un momentaneo stato di confusione mentale e potenzialmente dei danni alla gola e al sistema respiratorio. Nei casi peggiori, invece, questa pratica pericolosissima può portare alla morte per intossicazione, com’è avvenuto a Tommie-Lee Burns.
Il bambino si trovava a casa di un amico con il quale avrebbe dovuto passare la notte. Durante il loro “pigiama party”, i due hanno cominciato a guardare video su Tik Tok e hanno deciso di raccogliere la sfida della cromatura. Hanno quindi trovato una bomboletta e Tommie-Lee ne ha inalato i vapori. Il piccolo, però, si è sentito male ed è stato condotto in ospedale il più velocemente possibile ma i medici non hanno avuto modo di salvarlo, morendo a pochi istanti dall’inalazione dei fumi tossici.
La pratica del Chroming in realtà non è affatto nuova: circola infatti da ben prima del 2018, anno della diffusione di Tik Tok in Gran Bretagna. Il popolare social cinese ha infatti soltanto permesso che questo tipo di sfida diventasse virale e che moltissimi giovani, o bambini come nel caso di Tommie-Lee, decidessero di provarla. Attualmente Tik Tok ha bloccato tutte le ricerche e i contenuti che contengono il termine “chroming” nella descrizione.
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