Il bollo auto è un’imposta regionale che varia da regione a regione in Italia: ecco chi non deve pagarlo, sulla base dei nuovi provvedimenti.
Il bollo auto è una tassa che i proprietari di veicoli a motore devono pagare annualmente per poter circolare legalmente sulle strade italiane. Si tratta di un’imposta obbligatoria che contribuisce al finanziamento delle spese per la manutenzione della rete stradale e per altre attività legate alla viabilità. In pochi sanno, però, che tra le agevolazioni che hanno coloro i quali assistono un familiare con Legge 104, c’è anche l’esenzione dal pagamento.
Il bollo auto è un’imposta regionale che varia da regione a regione in Italia. Viene calcolato in base a diversi fattori, tra cui la potenza del motore del veicolo, il tipo di carburante utilizzato e l’anno di immatricolazione del veicolo stesso. Generalmente, maggiore è la potenza del motore, più alta sarà la tassa da pagare.
Il calcolo del bollo auto avviene in base ai dati presenti nel libretto di circolazione del veicolo. Ogni regione ha tariffe e aliquote diverse, quindi il costo del bollo può variare notevolmente da una regione all’altra. In genere, i proprietari di veicoli ricevono una notifica di pagamento del bollo direttamente a casa, indicando l’importo da pagare e la scadenza per effettuare il pagamento.
Esistono alcune categorie di veicoli e soggetti che possono beneficiare di agevolazioni o esenzioni totali o parziali dal pagamento del bollo auto. Ad esempio, alcune regioni prevedono esenzioni per i veicoli ibridi o elettrici, per i veicoli ad uso agricolo o per i veicoli storici. Inoltre, alcuni soggetti, come i disabili, possono beneficiare di riduzioni o esenzioni. Ma anche coloro i quali assistono i disabili. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Niente bollo auto per chi assiste qualcuno con la 104
Il panorama delle politiche sull’invalidità e sulla disabilità sta vivendo un momento decisivo con l’approvazione del Decreto legislativo sulla Disabilità n.77, emanato dal Consiglio dei Ministri il 15 aprile 2024, su proposta del Ministro per le Disabilità. Questo nuovo quadro normativo apre la strada a significative innovazioni nei criteri di valutazione medico-legale dell’invalidità civile, aprendo nuove prospettive nell’ambito previdenziale e assistenziale.
Una delle innovazioni più rilevanti è l’abbandono delle vecchie tabelle di valutazione, datate 05/02/1992, le quali si concentravano principalmente sulla capacità lavorativa residua. Queste tabelle saranno sostituite da nuovi parametri di valutazione che prendono in considerazione una gamma multidimensionale di fattori legati alla vita quotidiana, inclusi aspetti sociali e relazionali. Inoltre, terminologie più aggiornate e inclusive verranno adottate, come l’espressione “persona con disabilità” al posto di “portatore di handicap”.
Un aspetto chiave della riforma è l’introduzione del questionario WHODAS (Who Disability Assessment Schedule), basato sulla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) dell’OMS. Questo strumento permette una valutazione più accurata della salute e della condizione di disabilità, considerando la gravità dei sintomi e le necessità di sostegno correlate.
Il processo di valutazione sarà avviato su richiesta dell’interessato, tramite la trasmissione telematica del certificato medico introduttivo, a cura del medico di base. Durante la visita medica, viene compilato il questionario WHODAS e la valutazione si svolge idealmente in un’unica sessione collegiale. Una volta riconosciuta la condizione di disabilità, verrà rilasciato un certificato che individua le necessità e l’intensità dei sostegni, con una validità indicata nel tempo.
Il procedimento dovrebbe concludersi entro tempi definiti, al massimo entro novanta giorni dalla presentazione della domanda, con termini più brevi previsti per specifiche categorie di soggetti.