Ci sono accortezze che possono cambiare l’esito di un finanziamento importante e dunque le nostre prospettive di vita.
Non si prestano soldi a chi non dà sufficienti garanzie per poterli restituire. E’ una regola semplice e intuitiva nella vita di ogni giorno, soprattutto se sono in ballo cifre importanti. Può accadere nei rapporti tra partenti ed amici. Chi presterebbe del denaro a qualcuno che mostra di non poter far fronte ai propri impegni o non lo ha fatto in passato? Nessuno, o quasi.
Per le banche, e in generali tutti gli enti che erogano finanziamenti, il principio è lo stesso. E non può essere diversamente perché devono rispondere a soggetti terzi – azioni, investitori e agli altri clienti – e dunque il fattore rischio è fondamentale. Pertanto ci sono parametri, molto stringenti non a casa, a cui ci si deve rifare per valutare la sostenibilità di ogni operazione, compresa l’erogazione di un mutuo. Poco spazio alla discrezionalità, dunque, e in molti casi solo nei confronti di clienti che hanno già dato piena prova di affidabilità in passato. Per i nuovi il percorso è davvero poco flessibile.
Per vedersi accolta una richiesta di mutuo bisogna dimostrare che si ha la disponibilità economica per restituire quanto ricevuto nei tempi previsti. E’ un principio base, che si traduce in una domanda semplice e diretta. Di quanti soldi devo disporre per chiedere ed ottenere un mutuo? Sembra una domanda banale perché si potrebbe pensare «se ho soldi non mi serve un mutuo», ma andando avanti nella lettura di questo articolo si scoprirà che non è proprio così.
In assenza della garanzie previste la banca non concederà il mutuo richiesto. La prima è rappresentata da un elemento facilmente riscontrabile: il reddito del richiedente, questo è risaputo. Ma questo è solo il primo passo. Un peso specifico la ha anche il patrimonio del richiedente, in particolare se il mutuo viene richiesto per un investimento immobiliare.
Non esiste un reddito minimo richiesto per avere un mutuo -molto dipenderà dal valore dell’operazione e dai tempi di ammortamento – in particolare la somma minima richiesta non sarà uguale per tutti ed è destinata a cambiare da cliente a cliente. In ogni modo il reddito disponibile del richiedente ha peso determinante.
Alcuni riferimenti sono semplici e conviene comprenderli subito. La regola generale vuole che la banca stimi la rata del mutuo e che questa non possa avere un peso superiore al 30% del reddito disponibile, ossia delle ragionevoli entrate del richiedente nel periodo di ammortamento del mutuo, il che equivale a dire la durata complessiva.
Qualche vantaggio viene offerto dal mutuo cointestato perché in questo caso si prende in considerazione il reddito complessivo dei cointestatari. Un piccolo esempio aiuterà a comprendere meglio. Se si ha uno stipendio di 1.500 euro la rata non potrà essere superiore ai 500 euro circa. Ma se si richiede un mutuo cointestato e il reddito, ad esempio, di marito e moglie è di 2.900 euro, la rata potrà arrivare a 950 euro ed essere valutata sostenibile dalla banca. Ma non è tutto così semplice: vengono valutate infatti le spese fisse, come quelle di un affitto o altri finanziamenti in corso, la presenza di persone a carico che comporta spesso rilevanti spese per il nucleo familiare – pensiamo ai figli.
In ogni caso l’istituto di credito tiene conto della situazione familiare. al momento in cui si richiede il mutuo. Un altro fattore importante è dato dall’andamento del mercato immobiliare. Se il mercato è in crescita la banca potrebbe decidere di approvare un mutuo che non rispetta la regola del 30%. Il motivo è presto detto: la garanzia offerta dall’immobile, inteso nel suo valore, garantisce di rientrare dell’importo.
Ma veniamo ai soldi sul conto corrente. Solitamente la banca eroga finanziamenti che coprono fino all’80% del costo di acquisto. Se si acquista una casa da 200.000 euro per vedersi accordare il mutuo, oltre al reddito giusto per sostenere l’importo della rata, bisogna possedere almeno 50.000 euro. L’importo è da stimare considerando anche le spese accessorie che si accompagnano all’acquisto: istruttoria della banca e, soprattutto le spese notarili, comprensive di tasse. Queste possono variare sensibilmente a seconda che l’acquisto riguardi una prima o una seconda casa.
Se si chiede un mutuo avendo i soldi sul conto corrente o investiti in Buoni fruttiferi postali o titoli di Stato, la banca sarà più tollerante. In particolare se possiede un patrimonio bastevole a coprire il valore del mutuo sarà lo stesso patrimonio a garantire la restituzione dell’importo richiesto con il mutuo e dei relativi interessi.
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