Sul fronte dei mutui le notizie sono finalmente più che buone dopo anni di incertezza. Cosa ci attende in autunno.
Sono stati anni duri per le famiglie italiane. Da un lato l’inflazione ha divorato il loro potere di acquisto, in molti casi già basso, dall’altro l’aumento dei tassi di interesse ha rincarato i prestiti. La rata del mutuo a tasso variabile è esplosa, specie se l’erogazione era avvenuta poco prima della stretta monetaria. Gli effetti sono stati meno visibili per coloro che avevano contratto il prestito diversi anni addietro e hanno avuto un capitale residuo relativamente basso ancora da restituire.
La buona notizia per le famiglie è che il peggio è senz’altro alle spalle. A giugno in media un mutuo (fisso o variabile) costava il 3,56% contro il 4,42% raggiunto nel dicembre scorso. I benefici riguardano anche coloro che stanno contraendo o hanno da poco già contratto un mutuo a tasso fisso. Rispetto a pochi mesi prima, sono riusciti a trovare soluzioni più economiche. Nel prossimo futuro, le cose andrebbero ancora meglio. Secondo gli analisti di Bloomberg, la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà i tassi di interesse una volta a trimestre ed entro la fine del 2025 il loro livello scenderà al 2,25% sui depositi bancari dal 3,75% attuale. Erano al 4% fino a inizio giugno.
Poiché l’Euribor a 3 mesi segue l’andamento dei tassi sui depositi, la rata del mutuo a tasso variabile diverrebbe sempre più leggera. La seconda è agganciata nella gran parte dei casi proprio al primo. E noi abbiamo cercato di capire quale possa essere l’impatto per le famiglie. Abbiamo preso in considerazione un mutuo di importo e durata media, ossia rispettivamente 140.000 euro e 25 anni. Ed ecco i risultati delle nostre simulazioni. Oggi come oggi, la rata del mutuo a tasso variabile si attesterebbe a 705 euro al mese, al netto di eventuali costi come la polizza assicurativa obbligatoria sull’immobile.
Da tenere conto che già oggi l’Euribor a 3 mesi sia sceso al 3,55%, scontando il taglio dei tassi dello 0,25% a settembre. Senza tale aspettativa, si sarebbe aggirato intorno al 3,75%. In tutto, chi oggi contraesse un mutuo a tasso variabile, pagherebbe di interessi 71.400 euro durante l’intero periodo di ammortamento. Ma la rata del mutuo a tasso variabile scenderebbe a fine 2025 a circa 632 euro, segnando un calo di 73 euro mensili da oggi. A patto, chiaramente, che gli analisti di Bloomberg avessero ragione. Il monte-interesse crollerebbe sotto i 50.000 euro, a circa 49.500. Il risparmio annuale varrebbe sugli 875 euro. In pratica, sarebbe come se più di una rata all’anno ci fosse risparmiata. Se i tassi scendessero più in fretta, i benefici per le famiglie risulterebbero superiori. Viceversa, nel caso in cui i tassi scendessero più lentamente. Nel caso peggiore, esiste sempre per il mutuatario l’opzione della surroga. Una minaccia preventiva, che da tempo spinge le banche a non tirare eccessivamente la corda.
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