Turismo

Marrakech, qual è il periodo migliore nel quale visitarla?

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Federico Liberi

Marrakech è una delle mete più visitate del Marocco e del mondo, ma quando conviene visitarla? Ecco tutti i consigli a riguardo

Affascinante, vivace, incantevole e allegra, Marrakech è una destinazione irresistibile. L’atmosfera da mille e una notte è la sua caratteristica distintiva, rendendola una delle città imperiali del Marocco più celebri, nota anche come la città rossa. Questa gemma del Nord Africa fonde con armonia elementi tradizionali e tocchi di modernità. Per assaporare appieno il viaggio, è cruciale selezionare il momento opportuno! Ecco una guida su quando visitare Marrakech: clima, periodi ideali e consigli mensili!

Il periodo migliore per visitare Marrakech e altri consigli

Marrakech, posizionata nel centro-sud del Marocco, dista 150 km dall’Oceano Atlantico, 327 km a sud-ovest della capitale Rabat e 239 km a sud-ovest di Casablanca. I dintorni della città sono caratterizzati da palmeti e oasi, con la Valle del fiume Ourika a pochi chilometri, ai piedi delle montagne dell’Atlante.

A Marrakech, il freddo non fa quasi mai capolino. Pur trovandosi vicino alle montagne, la città gode di inverni miti con scarse precipitazioni e estati torride, con temperature che superano i 40 gradi. È consigliabile considerare l’escursione termica tra giorno e notte dovuta alla distanza dal mare e includere nel bagaglio qualche indumento più pesante.

Immagine | Pixabay @Pavliha – Ecodibasilicata.it

Quando è il periodo più economico per andare a Marrakech? Marrakech è ben collegata da numerose compagnie aeree low-cost, rendendola in generale una città accessibile dal punto di vista dei costi. Basta evitare i giorni “rossi” durante l’alta stagione, come Natale, Capodanno, Pasqua, 25 aprile, primo maggio e altri, per godersi una vacanza a prezzi più convenienti. In ogni caso, il periodo di bassa stagione, tra novembre e febbraio (esclusi i periodi festivi), è particolarmente economico.

Marrakech in primavera. La primavera si presenta come un ottimo periodo per esplorare Marrakech. Le piogge diventano sempre più rare, e il clima si fa piacevolmente caldo. A causa dell’escursione termica, è possibile avvertire fresco nelle serate di marzo e aprile. Tuttavia, grazie al vento proveniente da sud, le temperature possono superare i 35 gradi già in aprile e maggio. Questo periodo, oltre a offrire temperature gradevoli, è il momento clou per festival artistici, musicali e culturali a Marrakech. La Biennale di Marrakech è un evento di fama internazionale, affascinante sia per gli esperti del settore che per il pubblico appassionato d’arte contemporanea. Tra fine aprile e inizio maggio si svolge il Printemps Musical des Alizés, un festival annuale di musica da camera ad Essaouira. Nel pieno di maggio, imperdibili sono il Festival delle Rose e il Festival Internazionale di Musica Gnaoua, dove la tradizione musicale africana (sub-sahariana) si fonde con elementi di altre culture.

Marrakech in estate. L’estate non rappresenta certamente il periodo ideale per esplorare la città. Le temperature possono facilmente superare i 45 gradi, rendendo il caldo estremamente opprimente. I mesi di luglio e agosto, in particolare, sono i più caldi e meno consigliati per una visita a Marrakech. Tuttavia, se non si ha altra scelta, è consigliabile privilegiare le prime ore del mattino o la sera e assicurarsi di portare con sé crema solare ed acqua fresca. L’evento più rilevante e rinomato dell’estate è il Festival Nazionale delle Arti Popolari, che si tiene a luglio nel Palazzo El-Badi di Marrakech. Numerosi spettacoli e una sfilata di apertura con oltre 600 artisti rendono questo festival un’occasione imperdibile.

Marrakech in autunno. Con l’avvicinarsi dell’autunno, le temperature iniziano a scendere e si fanno notare le prime piogge. Il clima diurno è caldo, ma non opprimente, mentre la sera diventa fresca. L’autunno si presenta quindi come la stagione ideale per esplorare la città in modo confortevole, senza il fastidio dell’afa, specialmente se si riesce a evitare le piogge. Tra ottobre e novembre, si svolge una delle festività più belle e spettacolari del Marocco, la Festa del Cavallo, con i cavalli berberi che giungono dalla regione, accompagnati da canti e danze tradizionali. Sempre in ottobre, si tiene il Marrakech Art Fair, un evento nato nel 2010 che è diventato un appuntamento imperdibile nel panorama del mercato dell’arte internazionale.

Marrakech in inverno. Da dicembre a febbraio, le giornate presentano un clima mite, ma di notte le temperature possono scendere, talvolta al di sotto dei 5 gradi e qualche volta fino allo zero. Si alternano periodi soleggiati a tratti nuvolosi e piovosi. Le spettacolari cime dell’Atlante, spesso innevate, si delineano all’orizzonte. Quando il vento soffia da sud, anche in pieno inverno la temperatura può raggiungere i 30 gradi. In questo periodo, Marrakech solitamente registra pochi turisti, rendendo l’inverno l’ideale (a meno di pioggia) per esplorare la città apprezzandone ogni angolo, suono e profumo. L’evento principale di questa stagione si svolge in dicembre ed è il Marrakech International Film Festival, che vede la partecipazione di illustri figure del cinema internazionale ed è ospitato dal re Mohamed VI, con giurie internazionali.

Cosa vedere a Marrakech

Marrakech, con i suoi colori, l’architettura affascinante, i vivaci souq, tramonti mozzafiato e il richiamo melodioso del muezzin, attrae ogni anno milioni di visitatori. La parte turistica, principalmente la Medina, offre una ricca esperienza, mentre la Ville Nouvelle, la zona moderna, ha meno attrazioni. Tuttavia, oltre alle attività turistiche, la vera bellezza di Marrakech emerge nell’incontro con la sua variegata umanità, dai commercianti agli incantatori di serpenti, dai tassisti agli occidentali che la considerano il loro rifugio. La città funge da crocevia tra la sua parte rurale e commerciale, e rappresenta un connubio tra l’Africa sub-sahariana e l’Europa, in particolare la Francia, che ha influenzato notevolmente la cultura cittadina grazie al suo passato di protettorato. Ecco cosa vedere in città.

Jemaa el Fna. La ricca eredità culturale di Marrakech si riflette anche nella toponomastica. Jemaa el Fna, il cuore pulsante della città, è nota come la “Place”. Non una piazza ordinaria, bensì la più frequentata di tutta l’Africa (dal 2001, Patrimonio dell’Umanità UNESCO), attraversata da migliaia di persone giorno e notte. Questo spazio è un mix affascinante di artisti di strada, chiromanti, scrivani, erboristi e addestratori di scimmie e iguane, che trovano il loro sostentamento in questa vasta “piazza-palcoscenico”. Un luogo che sfida le interpretazioni stereotipate dell’Africa, come evidenziato dai musicisti e danzatori “gnaoua” che animano la piazza al crepuscolo con la loro musica, danze e canti. Originariamente provenienti da Ghana, Sudan, Mali, Nuova Guinea e giunti in Marocco nel XVII secolo, hanno preservato le tradizioni dei loro paesi di origine, mescolandole con influenze berbere, arabo-andaluse, islamiche e, nel corso del XX secolo, con la cultura francese. Una storia complessa che richiede più visite a Jemaa el Fna, tenendo conto anche del susseguirsi delle ore e delle atmosfere in continua evoluzione, culminanti in tramonti infuocati da immortalare assolutamente.

I souk. Quanto detto per Jemaa el Fna vale altrettanto per i souk. Durante il vostro soggiorno, è probabile che visiterete più volte questo intricato dedalo di viuzze, un luogo dove si trova praticamente di tutto. Nonostante la cartina e la vista del minareto di Koutoubia, ogni volta vi perderete, ma niente paura. Smarrirsi tra i souk di Marrakech è un’esperienza affascinante e, forse, il modo migliore per immergersi completamente nelle atmosfere e nell’umanità variegata che anima questi vicoli colmi di botteghe. Olive, datteri, noci, frutta secca, gioielli, servizi da tè e le classiche babbucce, insieme a molti altri prodotti più comuni, acquisiscono magicamente un tocco esotico grazie al contesto unico in cui sono esposti. Pertanto, oltre a quanto già menzionato, dedicare almeno mezza giornata alla scoperta dei souk di Marrakech è un obbligo. Inoltre, potrete approfittare per esplorare altre attrazioni che meritano una visita, come la Maison de la Photographie, uno spazio dedicato alla fotografia marocchina dal XIX secolo ai giorni nostri, e il piccolo, ma incantevole, Musée de Marrakech, una vetrina dell’artigianato tipico locale.

Medersa di Ali ben Yousef. A Marrakech, fortunatamente, l’architettura arabo-andalusa è onnipresente, rendendo meno rilevante l’impossibilità di visitare gli edifici sacri. Tra le rare eccezioni spicca la medersa (o madrasa) di Ali ben Yousef, una scuola coranica del XIV secolo che ha chiuso le porte definitivamente nel 1962. Nel suo periodo di massimo splendore, questa istituzione accoglieva ben 900 studenti e per lungo tempo è stata la scuola coranica più grande del Maghreb. Esplorare la medersa offre l’opportunità di immergersi nell’arte ispano-moresca, con marmi, stucchi, ceramiche e decorazioni geometriche che compensano l’impossibilità, secondo le leggi dell’Islam, di raffigurare figure umane e altri elementi zoomorfi. La Medersa di Ali ben Yousef è aperta tutto l’anno, ad eccezione delle festività religiose. È possibile acquistare un biglietto cumulativo con il vicino Musée de Marrakech.

I funduq di Rue Mouassine. I funduq di Rue Mouassine rappresentano un altro luogo imperdibile a Marrakech. Situati nella Medina, a breve distanza da Jemaa el-Fna e dal labirinto dei souk, simili a questi luoghi, i funduq sono prevalentemente dedicati al commercio. Tuttavia, la loro peculiarità risiede nel fatto che le transazioni non avvengono in piazza o nei pittoreschi souq, bensì all’interno di palazzi con imponenti portali e ampi cortili che fungono da deposito per le merci. È da notare che molti dei funduq di Mouassine versano in uno stato di abbandono, mentre fortunatamente altri sono stati riadattati come botteghe artigiane. Queste ultime, con le loro attività, catapultano i visitatori più attenti in un’atmosfera antica, evocando tempi passati in cui anche città come Genova, Napoli e Venezia presentavano questo particolare elemento architettonico (fóndaco), oggi quasi completamente scomparso.

Palazzo Bahia. Esplorare l’architettura tradizionale marocchina richiede una visita al Palazzo Bahia. Posizionato sul versante nord della Medina, al confine con l’antico quartiere ebraico (Mellah), la data precisa della sua costruzione potrebbe non essere certa, ma sappiamo che la residenza era già in uso nel 1860 e completata all’inizio del XX secolo. Ciò che rende unico il palazzo è che le sue due fasi di realizzazione furono opera di padre e figlio: Si Moussa costruì la prima parte tra il 1859 e il 1873, mentre Ba Ahmed, suo figlio e visir del sultano Moulay Abd al-Aziz, aggiunse la seconda parte. Pare che Ba Ahmed abbia ampliato ulteriormente il palazzo per superare l’opera di suo padre e, soprattutto, per creare una dimora sontuosa per la “Bahia” (tradotto come “la Bella,” da cui il nome dell’edificio), la sua favorita tra le quattro mogli. Oltre agli aneddoti, il Palais de la Bahia merita particolare attenzione dal punto di vista architettonico. Ogni metro quadro delle sue 150 stanze (non tutte accessibili) è decorato, intarsiato e inciso secondo i canoni estetici dell’arte moresca. Con materiali come marmo, terracotta, faggio e cedro, l’edificio, oltre a essere una destinazione turistica, è utilizzato dal re Mohammed VI per visite di Stato e incontri internazionali.

Federico Liberi

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