Novità in arrivo per chi usufruisce della Legge 104. Controlli a tappeto del datore di lavoro sui permessi e sulle richieste di congedo.
Le Legge del 5 febbraio 1992, meglio conosciuta come Legge 104, regola le normative in riferimento all’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti di lavoratori affetti da diverse forme di disabilità. Non mancano le agevolazioni riservate ai familiari che si occupano dell’assistenza del lavoratore disabile, con permessi retribuiti e giorni di congedo dal proprio luogo di lavoro.
Le agevolazioni previste dalla Legge 104 possono essere utilizzate anche dagli stessi lavoratori disabili per cure, visite o riposi aggiuntivi. La normativa prevede tre giorni al mese di permesso, frazionabili anche in ore, due anni di congedo straordinario nell’intero arco della vita lavorativa e il prolungamento del congedo parentale per figli affetti da disabilità con durata massimo di tre anni.
I permessi giornalieri o frazionati e il congedo straordinario danno diritto alla retribuzione piena del lavoratore a carico dell’INPS, ma anticipata dal datore di lavoro. Il prolungamento del congedo parentale, invece, gode di una indennità pari al 30% dello stipendio percepito. Tutte le richieste di permessi vanno inviate al proprio datore di lavoro, allegando la copia della documentazione rilasciata dall’Asl.
L’abuso dei diritti concessi dalla Legge 104 ai familiari di soggetti con disabilità, può portare al licenziamento e all’avvio di procedimenti penali. Il datore di lavoro può avere la facoltà di controllare l’uso dei permessi e di segnalarne l’eventuale uso improprio.
Nel corso dei giorni di permesso, il lavoratore è tenuto a dedicarsi all’assistenza del familiare disabile, così come previsto dalla normativa. L’utilizzo di questi permessi è, ovviamente, compatibile con tutte le attività che rientrano nella gestione quotidiana della casa e della propria famiglia.
La Corte di Cassazione ha confermato la liceità delle verifiche da parte del datore di lavoro, nel caso in cui ci sia il sospetto di abusi dei permessi concessi dalla Legge 104. Un eventuale abuso può legittimare il datore di lavoro a proseguire con un licenziamento in tronco del lavoratore.
I controlli possono avvenire tramite il servizio di investigatori privati i quali, con i loro report, possono mettere in luce un atteggiamento fraudolento del lavoratore. Il datore di lavoro può rivolgersi anche ai soggetti i vicini al lavoratore incriminato, raccogliendo le loro testimonianze sul comportamento del proprio dipendente.
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