Arriva una fortissima stangata dall’Inps per molti pensionati italiani. Sono chiamati a restituire i soldi: ecco cifre e tempi da rispettare.
Il tema delle pensioni in Italia torna nuovamente al centro della discussione pubblica a seguito della notizia che coinvolge alcuni pensionati. Questi sono chiamati a restituire i soldi secondo quanto emerso nelle ultime settimane.
Il sistema pensionistico italiano è composto da diverse opzioni, che vanno ad affiancare quella tradizionale. Alla pensione di vecchiaia c’è quella anticipata, che permette al lavoratore di terminare l’attività anche prima del raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla normativa vigente.
L’accesso alla pensione anticipata deriva dal rispetto di specifici requisiti contributivi sanciti dall’ordinamento previdenziale. Nonostante dei criteri ben precisi, l’Inps è scesa in campo per fornire importanti chiarimenti riguardo a questa misura, focalizzandosi su un divieto da rispettare in qualsiasi situazione.
L’Inps tende sempre a dare precisi chiarimenti affinché i contribuenti e pensionati non vadano a commettere alcun errore, che può influire sulla gestione di una misura. In questo caso l’ente ha fornito un quadro ancora più chiaro sulla pensione anticipata e sul divieto da rispettare rigorosamente.
L’Istituto Previdenziale ha fatto luce sul divieto di cumulo di redditi da lavoro in concomitanza con l’assegno pensionistico anticipato. È fondamentale comprendere che il mancato rispetto di queste disposizioni può avere conseguenze finanziarie significative per i pensionati.
Per accedere al trattamento anticipato è necessario soddisfare due requisiti: età e contribuzione in cui bisogna avere 63 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi effettivi. Qui è necessario sottolineare che la cifra dell’assegno pensionistico non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
Sul divieto di cumulo di redditi, l’Inps ha chiarito che è vietato cumulare redditi di lavoro con la pensione anticipata. Questo significa che i beneficiari della misura devono fare attenzione a non superare le soglie di reddito derivanti da altre fonti, altrimenti rischiano di incappare in pesantissime sanzioni.
Il limite di incumulabilità dei redditi percepiti si attesta a 5.000 euro lordi e solo i redditi che superano tale soglia sono soggetti al divieto di cumulo. In presenza di redditi da lavoro dipendente o autonomo oltre la soglia stabilita si deve procedere alla segnalazione all’Inps. In caso contrario, potrebbero scattare le sanzioni che conducono alla sospensione dell’assegno e alla restituzione degli arretrati già percepiti.
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