Quanto vale la “creator economy” in Italia e l’impatto degli influencer sul mercato , approfondisci il tema e resta aggiornato sulle ultime tendenze
La crescente popolarità dei social media ha visto nascere una nuova forma di professione, quella degli influencer. Questi personaggi riescono a guadagnare dalle loro attività su piattaforme come Instagram e TikTok, ma quanto vale veramente la cosiddetta “creator economy” in Italia? In questo articolo, analizzeremo i numeri e le cifre di questo fenomeno per capire quanto guadagnano gli influencer e quali sono le opportunità per chi vuole fare carriera in questo ambito.
La “creator economy” è una terminologia che si riferisce ad un ecosistema economico in cui gli individui, spesso definiti “creatori” o “content creator”, sfruttano le piattaforme digitali per creare, distribuire e monetizzare il proprio contenuto.
Dallo studio Creator Earnings Benchmark, realizzato da NeoReach in collaborazione con Influencer Marketing Hub, risulta che dal ottobre 2020 il capitale di rischio ha investito 800 milioni di dollari.
Sappiamo anche che il 46% dei creatori, che hanno costruito la propria base di fan negli ultimi quattro anni, ha guadagnato più di 20.000 dollari all’anno mediante la monetizzazione tramite canali diversi. Ecco perché, secondo la ricerca basata su oltre 2000 creatori, l’economia dei creatori non è molto lontana da quella dell’economia gig (basata sul lavoro a chiamata), attualmente stimata intorno ai 104,2 miliardi di dollari e che si prevede continuerà a salire. Analizziamo più approfonditamente questa tendenza, definendo chi sono esattamente i creatori di contenuti e in che modo si distinguono dagli influencer. Capendo anche come avviene la monetizzazione nella pratica.
Cos’è la creator economy
La cosiddetta economia della creatività, nota anche come economia della passione o economia della monetizzazione individuale, si basa sul settore in cui le persone guidate dai loro interessi e passioni, producono contenuti quali video, testi o registrazioni audio. Questo sistema economico offre ai creatori di contenuti l’opportunità di instaurare un legame diretto con il loro pubblico e di capitalizzare sul loro lavoro grazie ai mezzi digitali, producendo un guadagno variabile.
Molti di questi produttori di contenuti utilizzano i social media per generare proventi, tuttavia, alcuni indirizzano i loro seguaci verso siti web, applicazioni e strumenti di monetizzazione esterni ai social media, come ad esempio il marketing affiliato. Inoltre, ci sono coloro che fondano startup di creatori di contenuti e creano team strutturati che, a loro volta, sviluppano nuovi strumenti e piattaforme per sostenere i creatori.
Esistono creatori che sfidano il mondo dei media, emergendo dall’ombra di editori e giornali, contando sulla loro professionalità e identità individuale per guadagnare riconoscimento e stima da lettori che preferiscono personalità umane rispetto a entità impersonali. Un esempio di un tale strategia è Francesco Costa, il vicedirettore del Il Post, noto per il suo progetto giornalistico multimediale, ‘Da Costa a Costa’. Questo progetto include un’analisi accurata della politica e della cultura americana, presentata attraverso newsletter, podcast e post su Instagram. Iniziato nel 2015, il progetto si è concluso alla fine dell’anno scorso. Il suo modello di business si basava sulla distribuzione gratuita di contenuto e su donazioni ricevute da lettori e ascoltatori.
Differenza tra content creator e influencer
Franz Russo ci tiene a sottolineare una distinzione fondamentale, spesso ignorata, tra il content creator e l’influencer.
Un content creator è un individuo che produce e diffonde la propria creazione senza mirare a una connessione commerciale con le imprese. Tale individuo ricerca semplicemente una piattaforma per presentare il proprio lavoro. Se si dovesse instaurare una connessione commerciale, ciò avviene quando l’impresa si avvicina al content creator con l’obiettivo di instaurare un rapporto professionale.
D’altro canto, un influencer fa uso delle piattaforme digitali con l’intento dichiarato di stabilire un rapporto commerciale con le aziende, offrendo a queste ultime il proprio pubblico e la propria creatività. In questo contesto, Instagram si è dimostrata la piattaforma ideale per gli influencer, dato che permette di raggiungere un pubblico che molte aziende trovavano difficile da contattare.
Gli influencer in Italia registrano un guadagno complessivo di 348 milioni di euro, contribuendo così ad un totale di un miliardo di euro per l’intero settore della creator economy.
Youtube risulta essere la piattaforma social che garantisce maggiore profitto, con la possibilità di ottenere dai 500 ai 35 mila euro per un singolo annuncio pubblicitario. Instagram, d’altra parte, offre compensi che variano intorno al centinaio di euro per ogni blocco di 5-10 mila visualizzazioni, ma ha la potenzialità di raggiungere fino a 75 mila euro per 10 milioni di visualizzazioni.
TikTok offre compensi più contenuti per le visualizzazioni più basse, ossia 50 euro, ma può eguagliare Instagram per quanto riguarda il compenso massimo di 75 mila euro. Secondo un report del Corriere della Sera basato su dati forniti da DeRev e Bran Marketer Report di Oniv, Facebook è ormai la piattaforma social meno conveniente; per ottenere un guadagno di 50 euro, è necessario raggiungere un minimo di 50 mila visualizzazioni.
Le nuove regole dell’Agcom
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha stabilito in un’unanimità le “Linee guida” per assicurare la conformità degli imprenditori online alle regole del “Testo unico sui servizi di media audiovisivi”, dopo l’incidente tra Chiara Ferragni e Balocco.
L’Agcom spiega che questi-imprenditori danno vita, generano e condividono contenuti audiovisivi al pubblico, assumendosi la responsabilità editoriale, tramite piattaforme di condivisione video e di social media. Le direttive prescrivono che gli influencer riportino una descrizione visibile per identificare facilmente il carattere promozionale dei contenuti in caso di inserimento di prodotti.
Le multe per trasgressioni variano da 10 a 250mila euro, secondo Il Sole 24 Ore. L’autorità ha anche delineato le azioni relative alle comunicazioni commerciali, la tutela dei diritti umani fondamentali, dei minori e dei valori sportivi, prevedendo un sistema di multe e ordini per la rimozione o l’aggiustamento dei contenuti. L’intento è quello di raggiungere “un codice di condotta” che gli influencer dovranno rispettare e che includerà meccanismi di trasparenza e riconoscibilità.
Le linee guida, come chiarisce l’Agcom, stabiliscono “una serie di regole destinate agli influencer in Italia, che raggiungono, tra le altre cose, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media in cui operano e che hanno superato su almeno una piattaforma o un social media un valore medio di engagement rate del 2% (cioè, che hanno stimolato reazioni dagli utenti, attraverso commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati)”.
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