Nelle ultime settimane sono raddoppiate le vendite a livello mondiale di cibo, vestiti, farmaci con certificazione halal
Nelle ultime tre settimane la domanda di prodotti halal ha fatto registrare un incremento superiore al 100%. Un dato reso noto dal World Halal Summit Council, che sottolinea come questo dato sia il riflesso del crescente numero di boicottaggi di prodotti israeliani.
Questi boicottaggi si sono moltiplicati nelle ultime settimane in seguito all’inasprirsi del conflitto tra Israele e Hamas, ma soprattutto all’emergenza umanitaria sempre più grave nella Striscia di Gaza.
Principalmente sono Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia i tre principali Paesi non appartenenti al panorama islamico in cui la domanda di prodotti conformi ai dettami dell’Islam è schizzata verso l’alto.
Contrariamente a quanto si possa pensare non si tratta solo di cibo, ma anche di prodotti igienici, farmaceutici e del settore tessile.
Un mercato del valore complessivo di 7 mila miliardi che punta a raggiungere i 10 mila miliardi nei prossimi cinque anni anche grazie agli investitori del Golfo che non hanno problemi di liquidità.
“La domanda cresce nei paesi occidentali ed è raddoppiata nelle ultime tre settimane. Numeri frutto dei boicottaggi, ma segno anche di una spaccatura tra i governi che rimangono in silenzio e l’opinione pubblica. Non facciamo politica, il nostro è un appello umanitario”, ha dichiarato Yunus Ete, presidente del World Halal Summit Council.
Il World Halal Summit Council è un organismo cresciuto negli ultimi anni anche grazie al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ha puntato molto sulle produzioni halal, così come sulla finanza islamica che è direttamente collegata all’economia halal.
La finanza Islamica (participation finance) è un sistema di servizi finanziari libero da interessi. Un mercato sulla cui crescita Erdogan crede, convinto del fatto che “possa raggiungere tutti i consumatori, anche non musulmani”, ma soprattutto un mercato cui la Turchia guarda con interesse per alleviare la difficile situazione economica interna.
Se si esclude la finanza infatti, nel 2021 a livello globale il settore alimentare halal ha prodotto 1.3 mila miliardi dollari di ricavi, il tessile 295 miliardi, i media 231 miliardi e il turismo 102 miliardi (altro settore in cui la Turchia è in prima linea ndr). Per quanto riguarda la finanza islamica si è passati dai 3.1 mila miliardi del 2021 a 3.4 mila miliardi nel 2022.
Con la dicitura Halal ci si riferisce ai prodotti conformi alle regole e alle prescrizioni dell’Islam. Nello specifico il termine Halal significa lecito o permesso in lingua araba.
I prodotti certificati Halal sono altamente selezionati e il concetto di prodotto Halal non si applica solo agli alimenti ma si estende anche ad altri prodotti e settori come i cosmetici, i prodotti per la cura personale e anche ai farmaci.
E ancora, la logistica, ristoranti e alberghi per quanto riguarda i menù, la cucina e i catering, oltre ai servizi legati alle camere e alle aree comuni. Oltre a detergenti industriali, lubrificanti alimentari, packaging alimentare, prodotti finanziari e assicurativi.
Non tanto ciò che è consentito viene specificato quanto ciò che è proibito (haram) viene indicato espressamente: suino, bevande alcoliche, sangue, animali morti per cause naturali o perché feriti.
In questo ultimo caso, l’operatore addetto al macello deve essere un musulmano praticante e l’animale, oltre che arrivare vivo al macello, deve essere cosciente durante la macellazione.
Inoltre l’animale viene ucciso mentre è rivolto verso la Mecca con un taglio unico e netto che recida con un colpo solo la giugulare, carotide, esofago e trachea. Durante il rito vengono pronunciate delle preghiere dedicate ad Allah. Secondo i musulmani, agli animali non vengono inflitte inutili sofferenze proprio in virtù del taglio netto.
I prodotti Halal non sono da confondere con i prodotti certificati Kosher, che si riferiscono all’insieme delle regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei Osservanti.
Perché un prodotto sia considerato Halal deve soddisfare diverse condizioni imposte dalla legge islamica. In primis per gli alimenti Halal è fondamentale che siano privi di ingredienti proibiti come carne di maiale, prodotti derivati dal maiale, alcol.
Inoltre, l’intera catena di produzione deve essere conforme ai principi Halal, dal campo alla tavola, soddisfando rigorosi standard di qualità, che includono l’igiene, il processo di macellazione degli animali, il confezionamento e anche l’etichettatura.
Gli alimenti sono ovviamente conformi alle normative italiane, nel caso di prodotti Made in Italy, ed europee, in tema di igiene e sicurezza, ma sono anche preparati secondo le regole della sharia.
La certificazione Halal serve ad attestare che i prodotti della filiera agroalimentare, dei cosmetici, dei prodotti chimici e farmaceutici, dei prodotti per la cura del corpo e della salute, del settore finanziario e assicurativo, i processi industriali, di trasformazione, compreso il packaging, siano conformi alle norme etiche ed igienico sanitarie della legge e della dottrina dell’Islam, quindi commercializzabili in tutti i Paesi di religione islamica.
Perché un prodotto sia certificato Halal deve essere attestata l’assenza di sostanze non conformi: materie prime, ingredienti, additivi, conservanti, coloranti, aromi, coadiuvanti tecnologici, inclusi tutti gli additivi nascosti non dichiarati in etichetta o nella scheda prodotto ma che entrano in contatto con il prodotto o i suoi ingredienti.
I prodotti Halal non devono venire a contatto con sostante vietate, pertanto le linee produttive devono essere separate. Quando questo non è possibile è necessario predisporre una adeguata sanificazione prima di riprendere la produzione. La tracciabilità è altrettando importante, per le materie prime, gli ingredienti e i semilavorati.
La certificazione Halal è quindi ottenuta grazie ad un rigoroso controllo del prodotto e del processo di produzione, di conseguenza garantisce qualità e sicurezza alimentare anche al di là dei confini strettamente religiosi.
Per questo tali prodotti sono apprezzati anche dai non musulmani come dimostrato in Francia e Regno Unito, dove il 36% dei consumatori non è musulmano.
È importante notare che la certificazione Halal può variare da paese a paese, questo perché le organizzazioni di certificazione Halal possono avere requisiti specifici e in parte differenti in base al luogo in cui ci si trova.
Per essere sicuri che un prodotto sia effettivamente Halal è consigliato cercare la certificazione Halal rilasciata da un’autorità affidabile. In Italia la certificazione viene effettuata dall’HIA, Halal Italy Authority, ed è riconosciuta a livello internazionale.
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