Linea dura contro chi guarda illegalmente le partite in streaming. È in arrivo una botta pesante per i furbetti che pensavano di farla franca.
Pugno duro contro la pirateria online e i cosiddetti “furbetti del pezzotto”, ovvero chi usa un decoder “particolare” per vedere contenuti tv a pagamento pagando però molto meno rispetto agli abbonamenti originali. Ma ci sono anche app – scaricabili da PlayStore, AppStore e Amazon – che permettono di guardare illegalmente le partite in streaming.
A luglio dell’anno scorso il Senato ha approvato all’unanimità un disegno di legge contro la pirateria informatica. E adesso sono in arrivo multe sostanziose. A darne l’annuncio sui social è stato Massimiliano Capitanio, commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Multe salate non solo per i fornitori dei contenuti piratati, ma anche per gli utenti dei servizi.
A partire dal 1° febbraio Agcom inoltre ha attivato Piracy Shield, una piattaforma online che servirà per individuare e segnalare responsabili e fruitori di questi sistemi, tutti a rischio di essere sanzionati pesantemente. Il tutto, naturalmente, allo scopo di contrastare il fenomeno della pirateria informatica con la conseguente diffusione di contenuti illeciti.
Giro di vite contro chi guarda le partite in streaming illegalmente: multe salate in arrivo
Guerra aperta dunque al pezzotto, così come alle app e ai siti illegali. Ma quanto rischia chi guarda illegalmente le partite in streaming? Stavolta la botta rischia di essere davvero pesante.
Il commissario Agcom è stato chiaro: le nuove norme prevedono multe da 150 fino a 5 mila euro per tutti coloro che fruiscono dei contenuti pirata. Un inasprimento che si prefigge di scoraggiare un fenomeno che ogni anno costa 300 milioni di euro. Tempi duri dunque per chi scarica app che promettono di poter seguire le partite di calcio (e non solo) in diretta senza un abbonamento. Così facendo si rischia di finire nell’elenco degli utenti illegali e di essere sanzionati fino a 5 mila euro.
Capitanio non ha usato giri di parole nell’annunciare la stretta antipirateria su LinkedIn: «A breve arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato…)». Il giro di vite, ha spiegato il commissario, rappresenta «una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare» che prevede di «multare gli utenti del pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple ma anche dai portali Amazon».
A rischiare una multa salata sono anche anche «gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero)». Le misure a contrasto della pirateria online andranno a colpire non soltanto le associazioni criminali, «ma anche quelle legali che fanno business rubando proprietà intellettuali e diritti di altri», sottolinea Capitanio.