La denuncia dell’Unicef: più di 400 milioni di minori vivono in aree di conflitto. A minacciare la vita e il benessere dei più piccoli, guerra, sfruttamento e crisi climatica
Sono passati oltre trent’anni dall’adozione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che per la prima volta ha riconosciuto i bambini come soggetti titolari di diritti civili, sociali, economici e politici. Eppure oggi più che mai i diritti dei bambini sono sotto attacco. Secondo l’Unicef oltre 400 milioni di bambini – ovvero 1 su 5 – vivono in aree di conflitto. Tra il 2005 e il 2022, almeno 120mila minori sono stati uccisi o mutilati dalle guerre nel mondo, in media quasi venti al giorno. Quando non li uccidono, i conflitti privano i bambini di beni di prima necessità, come cibo e acqua potabile, o diritti fondamentali come quello all’istruzione.
Dal 1989 ogni 20 novembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine. “Da quando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stata adottata, 34 anni fa, i diritti dei bambini non sono mai stati così a rischio”, commenta Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef.
I bambini nelle zone di guerra, da Gaza all’Ucraina
Emblematico quanto accade a Gaza, dove dal 7 ottobre sono morti almeno 4.600 i minori. Oltre 9mila quelli feriti. La Striscia è uno dei luoghi simbolo scelti da Unicef per denunciare l’attacco sistematico a cui vengono sottoposti bambini e adolescenti in tutto il mondo. Nell’enclave, dove più di un terzo degli ospedali e due terzi delle strutture sanitarie primarie sono chiuse, 155mila donne in stato di gravidanza e allattamento necessitano di assistenza sanitaria primaria e 337.000 bambini sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione acuta.
Un report dell’agenzia Onu ricorda poi che in Ucraina, dopo oltre 2 anni di guerra, più di 560 bambini hanno perso la vita, altri 1.200 sono stati feriti soprattutto a causa dei bombardamenti. Quasi due terzi dei minori sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Oltre 6,4 milioni di bambini ricevono assistenza umanitaria, inclusi 2,3 milioni rifugiati nei Paesi limitrofi.
Dopo 12 anni dall’inizio del conflitto in Siria, i bambini continuano ad affrontare una delle emergenze più complesse al mondo. Alle conseguenze della guerra, si sono aggiunti gli effetti dei terremoti che quest’anno hanno colpito il Paese. Più di 15 milioni di persone (oltre due terzi della popolazione) ha bisogno di assistenza a causa del peggioramento della crisi economica, delle continue ostilità localizzate, degli sfollamenti di massa, delle infrastrutture pubbliche devastate. Il 90% delle famiglie vive in povertà e il 55% è in condizioni di insicurezza alimentare. Secondo le stime, circa 610mila bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione cronica.
Senza contare l’impatto devastante sull’istruzione dei bambini. Prima del febbraio 2023, circa una scuola su tre era fuori servizio, quasi 2,4 milioni di bambini – uno su tre in età scolare – non andavano a scuola e circa 1,6 milioni di bambini erano a rischio di abbandono scolastico. I terremoti hanno esacerbato la crisi danneggiando ulteriormente le infrastrutture scolastiche, interrompendo l’istruzione di milioni di bambini.
Altro conflitto dimenticato, quello in Yemen prosegue da oltre 8 anni. 21,6 milioni di persone, fra cui 11,1 milioni di minori, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Sono oltre 4mila i bambini soldato, reclutati da una delle parti in conflitto. Più di 2,3 milioni di bambini vivono ancora in campi per sfollati dove l’accesso a servizi di base sanitari, al cibo e all’istruzione rimane inadeguato. Oltre 2,2 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta.
Gli scontri che dallo scorso 15 aprile dilagano in Sudan tra l’esercito governativo e le milizie paramilitari delle Rsf stanno mettendo seriamente a rischio la salute e il benessere dei 24 milioni di bambini sudanesi. 3 milioni sono stati costretti a lasciare le proprie case. Oltre 4,4 milioni di persone sono sfollate interne e altri 1,2 milioni sono fuggiti oltre i confini. Circa 700mila bambini colpiti da malnutrizione acuta grave rischiano di non ricevere cure e hanno un rischio di morte 11 volte maggiore rispetto ai loro coetanei. 7,4 milioni di bambini non hanno accesso all’acqua potabile e sono a rischio di contrarre malattie legate al consumo di acqua contaminata.
Le denunce di violenze sessuali legate al conflitto, compresi gli stupri, sono dilaganti e, con l’intensificarsi delle ostilità nelle ultime settimane, è a rischio la sicurezza dei bambini. Mentre la guerra sta causando interruzioni al sistema sanitario, il Paese deve far fronte a diversi focolai di malattie, inclusi colera, morbillo, dengue e malaria. I sistemi di erogazione dei servizi di base sono sull’orlo del collasso. Sono ben 19 milioni i bambini che non possono tornare in aula, mettendo a rischio il futuro di un’intera generazione.
Haiti è alle prese con una complessa storia di povertà, instabilità politica, violenza e calamità naturali. Si stima siano 2 milioni le persone che vivono in aree sotto il controllo di gruppi armati. Tra loro ci sono 1,6 milioni tra donne e bambini. Feriti o uccisi negli scontri a fuoco, reclutati dalle bande criminali, i bambini sono le prime vittime della violenza che imperversa nel Paese. Le comunità sono terrorizzate mentre le donne e le ragazze vengono prese di mira, con livelli estremi di violenza di genere e sessuale. I rapimenti a scopo di estorsione sono saliti alle stelle, mentre studenti, insegnanti e operatori sanitari subiscono minacce quotidiane.
Circa metà della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria, compresi quasi 3 milioni di bambini. Un mix letale che ha determinato un incremento dell’insicurezza alimentare e nutrizionale, con circa un quarto dei bambini cronicamente malnutrito. Senza contare l’epidemia di colera in corso. Finora i morti sono oltre 900, la metà sono bambini.
Lavoro minorile, matrimoni forzati e crisi climatica
Del resto i diritti dei bambini sono a rischio anche al di fuori delle zone di guerra. Secondo Save the Children, sono 160 milioni i minori tra i 5 e i 17 anni nelle maglie dello sfruttamento e del lavoro minorile, mentre si stima siano 12 milioni ogni anno in tutto il mondo le spose bambine, le bambine e le adolescenti costrette a contrarre matrimonio.
A minacciare la vita e il benessere dei bambini è anche la crisi climatica. Secondo le Nazioni Unite, oltre 1 miliardo di bambini, quasi la metà della popolazione infantile mondiale, vive in Paesi a “rischio estremo” di subire gli impatti del cambiamento climatico. “Questo significa che metà dei bambini del mondo potrebbe subire danni irreparabili a causa del continuo riscaldamento del nostro pianeta. Potrebbero perdere le proprie case o le scuole a causa di tempeste sempre più violente, potrebbero soffrire di malnutrizione acuta grave a causa dell’inaridimento dei raccolti dovuto alla siccità o potrebbero perdere la vita a causa di ondate di calore o polmonite dovute all’inquinamento atmosferico”, spiega ancora la direttrice generale dell’Unicef.
Le iniziative per celebrare la Gionata mondiale
Per celebrare la Giornata mondiale dell’infanzia, Unicef promuove numerose iniziative in tutta Italia. A cominciare da quelle che coinvolgeranno le scuole con momenti di approfondimento dedicati ai diritti dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, nel corso della settimana, in tutta Italia, i volontari dei comitati locali animeranno incontri nelle scuole, laboratori, convegni, mostre, letture animate, proiezioni di film, attività ludiche e sportive in diverse città.
Come spiega Save the Children, è fondamentale che anche i bambini e i ragazzi siano consapevoli dei propri diritti, li conoscano e li sentano propri. Per questo l’organizzazione ha selezionato alcune attività pensate per gli alunni delle scuole primarie e medie: dai quiz ai fumetti fino alle filastrocche dei diritti.