Si parla tanto della farina di grilli: ma dove può essere utilizzata e quali rischi o benefici può comportare? Ecco cosa sapere
Negli ultimi periodi, per tantissime famiglie italiane riuscire a fare la spesa è diventato davvero molto difficile. I costi da sostenere ogni mese sono davvero molto alti, e l’aumento dei prezzi anche dei prodotti più utilizzati, e di utilizzo quotidiano, mettono in seria difficoltà numerosi nuclei familiari.
Tali difficoltà, però non toccano soltanto i consumatori, ma anche i produttori, gli allevatori, e anche in maniera molto pesante. Le materie prime costano sempre di più, e strizzare l’occhio alla sostenibilità inoltre, non è molto semplice. Come ad esempio, si fa un gran parlare della farina di grilli, che sembra pronta ormai a dominare il mercato di settore. Ma quali sono i rischi che comporta, e allo stesso tempo, quali possono essere i benefici? Ecco cosa bisogna sapere.
Al solo pensiero di poter utilizzare una farina di insetti, come nella fattispecie quella di grilli, in molti spalancano gli occhi, e girano il volto. La cultura europea, infatti, rispetto a quella che può essere l’asiatica, non ha un grande approccio verso gli insetti come alimenti, figurarsi poi se utilizzati come base per fare pane, o altri alimenti che richiedono l’utilizzo della farina.
Ma come mai la farina di grilli sarebbe un investimento sostenibile, e quali sono eventuali rischi o benefici per la salute? C’è già, in Italia, un allevamento che conta oltre dieci milioni di grilli, destinati alla produzione, tramite macinazione post essiccatura, della farina. Eppure, per quanto possa essere fastidiosa l’idea, tanti esperti riferiscono che le proprietà proteiche sarebbero incredibilmente elevate.
Fino al 75% di proteine ad alto valore biologico, e contengono amminoacidi fondamentali per il nostro corpo. Vitamine B, magnesio, ferro, sali minerali, omega-3 3 omega-6: sono queste le principali caratteristiche della farina di grillo che, secondo i nutrizionisti, è assolutamente benefica.
Una fonte sostenibile, in quanto per la produzione, oltre agli spazi di allevamento ridotti, c’è meno necessità di terreno ed acqua e la quantità di gas prodotti è letteralmente abbattuta.
Come ogni prodotto alimentare, inoltre, si può essere soggetti a reazione allergiche, e al giorno d’oggi non sono stati evidenziati particolari rischi per la salute. Insomma, la linea guida sembra essere tracciata per l’utilizzo massiccio della farina di grillo: controllate bene le etichette, che sia una svolta epocale in questo settore? Non ci resta che scoprirlo.
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