Tagli alle pensioni 2024, come evitarli? Il metodo e le regole da seguire per non ridurre il trattamento pensionistico.
Una delle preoccupazioni più grandi legate all’erogazione della tanto agognata pensione è che diventi soggetto di tagli che vadano a ridurne l’importo.
Questa situazione può ad esempio verificarsi nel caso della pensione flessibile 2024, una modalità di accesso al trattamento pensionistico introdotta dalla Legge di Bilancio, che consente, a chi ha rinunciato nel 2023, di sfruttare la possibilità di andare in pensione nel corso dell’anno ma con il rischio che il cedolino mensile venga a ridursi. Un’ipotesi, quindi, reale, che può fare a meno di verificarsi se si segue una procedura specifica. Vediamo di cosa si tratta.
Pensione e importi, come evitare i tagli? La procedura da seguire nel 2024
Quando parliamo di pensione flessibile 2024 si fa riferimento alla proroga di un ulteriore anno del trattamento per coloro che nel 2023 hanno compiuto 62 anni, avendo – come previsto dalla Legge di Bilancio – la possibilità di sfruttare un metodo alla quale nel 2023 dovettero rinunciare, rimettendoci sull’assegno poiché la modalità di calcolo dell’importo è interamente basata sul sistema contributivo e non più misto. In realtà, questi già nel 2023 avrebbero potuto, mediante quota 103, prendere la pensione, ma non hanno potuto raggiungere l’obiettivo per non aver totalizzato 41 anni di contributi versati.
A partire, però, dal 2024 possono farlo, seppur siano fortemente penalizzati per il calcolo della pensione dato che quota 103 è oggi interamente contributiva. E non è importante, quindi, il calcolo retributivo relativo ai periodi di contribuzione versati fino a fine dicembre 1995 e contributivo per i successivi. Si andava inoltre a calcolare la pensione, per chi aveva 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995, con il metodo contributivo fino alla fine del 2011, consentendo di ottenere, in media, una pensione del 30% più elevata.
Ma è possibile che il mancato accesso al trattamento pensionistico sia conseguenza di una dimenticanza da parte del lavoratore classe ’61. Per evitare il taglio della pensione legato al ricalcolo contributivo è necessario, come dicevamo, che i 41 anni di contributi vengano completati nel 2023. Lo si può fare però anche nel 2024, come? Mediante il riscatto di alcuni periodi come ad esempio il servizio militare, che da solo può valere, in base al periodo di leva trascorso, tra i 12 ed i 18 mesi di contributi figurativi. Ne deriva che si potrebbe raggiungere il minimo contributivo per riscattare, con le regole valide nel 2023, quota 103 e riuscire in tal modo a ricevere una pensione con la vecchie regole di calcolo. Senza dunque subire i temuti tagli.