Sai come nasce il burro? Conoscere la storia della sua origine e come si è evoluto nel tempo è davvero sorprendente!
Il burro, uno dei primi alimenti derivati dal latte, ha una storia affascinante che risale addirittura al 1500 a.C. Gli Indiani furono i primi a trasformare il latte in questa squisita sostanza, ma ben presto anche le civiltà occidentali, tra cui Romani, Greci, Arabi ed Egiziani, iniziarono a sperimentare con la produzione di burro.
Inizialmente, il burro non era solo un ingrediente culinario. In terre come l’Inghilterra del Nord e la Scozia, veniva impiegato per alimentare lampade e per proteggere le imbarcazioni, che venivano rivestite con questa sostanza. A sud, i Romani lo integravano nelle loro pratiche di bellezza, usando il burro per acconciature e persino come presunto rimedio per alcune malattie degli occhi e della pelle.
Il Medioevo segnò un’importante fase di diffusione del burro. Durante la Quaresima, il consumo di prodotti di origine animale era proibito. Tuttavia, alla fine di questo periodo, grazie alle lettere di indulgenza, i prodotti di origine animale tornarono a essere consumati durante tutto l’anno, rilanciando così il consumo di burro. Il XIX secolo vide l’avvento dell’era industriale del burro, grazie all’invenzione della separazione meccanica del latte da parte di Wilhelm Le Feldt nel 1872.
Come si produce il burro
La trasformazione del latte in burro è un processo complesso ed affascinante. La crema di latte, o panna, è la materia prima. Per produrre un chilo di burro, servono in media 23-25 chilogrammi di latte. Quello più diffuso è il latte di vacca, ma il burro può anche essere prodotto con latte di pecora o di bufala, a seconda delle tradizioni locali.
Il burro si presenta in diverse varietà, differenziandosi per il contenuto di grassi. Il burro classico, senza specifiche indicazioni in etichetta, contiene circa l’82-85% di grassi, mentre le versioni “a ridotto tenore di grassi” possono scendere al 60-62%, e persino al 39-41% nei tipi di burro ” a basso tenore di grassi”.
Sul mercato è disponibile anche il burro a ridotto tenore di colesterolo, pensato per coloro che desiderano un’opzione più salutare senza compromettere il gusto. Ma come si fa a riconoscere un buon burro? La sua consistenza dovrebbe essere lucida e compatta, il profumo piacevole e il sapore delicato.
Il colore può variare dal giallognolo al bianco. La corretta conservazione, dalla fase di acquisto in negozio al tragitto verso casa, è fondamentale per preservarne le caratteristiche. Eventuali alterazioni nell’odore, nel sapore o nell’aspetto indicano un processo di irrancidimento e rendono il burro inadatto al consumo. E tu? Conoscevi la storia del burro?