La doggy bag, dopo essere diventata una “moda”, potrebbe diventare addirittura obbligatoria per i ristoranti. Ecco perché
Il termine doggy bag si è diffuso da qualche anno anche in Italia, ed è facile credere che grazie alla nuova legge anti-sprechi alimentari la cosiddetta doggy bag entrerà a far parte ufficialmente delle nostre consuetudini. Ma cos’è la doggy bag e cosa significa questo termine? Doggy bag è un termine che viene utilizzato per inficare il “contenitore per gli avanzi”. In realtà doggy bag è un’espressione idiomatica: anche se chiamata così, la doggy bag non viene utilizzata solo per portare gli avanzi di cibo del ristorante a casa, ma anche per mangiarli successivamente. Ma vediamo come è nata la doggy bag e perché potrebbe diventare obbligatoria.
Il termine doggy bag ha origini nella tradizione statunitense, ma si è radicato anche in altri Paesi come Francia e Gran Bretagna, ma è ancora praticato poco in Italia. Si riferisce alla corretta consuetudine di chiedere ai camerieri di confezionare in un contenitore o in un sacchetto il cibo avanzato durante i pasti nei ristoranti o negli hotel. Solitamente, è il cameriere stesso, al termine del pasto, a preparare la doggy bag per i clienti che non consumano completamente il loro cibo, allo scopo di evitare lo spreco alimentare.
Per risalire alle radici della Doggy Bag, dobbiamo fare un viaggio negli Stati Uniti durante il periodo della Seconda Guerra mondiale, quando la pratica di portare via il cibo non consumato al ristorante si diffuse in modo spontaneo e a tutti i livelli sociali. Secondo un’altra versione, la doggy bag ha origini nel 1949, quando il ristorante Dan Sampler’s Steak Joint di New York fu il primo a introdurre l’incarto degli avanzi. Il locale decorò i sacchetti con l’immagine di un cane, incoraggiando così i clienti più riservati a portare a casa il cibo rimasto nel piatto per evitarne lo spreco.
Negli Stati Uniti, le porzioni servite nei ristoranti sono spesso generose, portando a situazioni in cui non si riesce a consumare completamente la cena. Perché permettere che tanto cibo finisca nel cestino dei rifiuti? Quindi, è comune richiedere di poter portare a casa il contenitore degli avanzi. Non necessariamente per il proprio cane, ma soprattutto per un pasto successivo.
Se nel resto del mondo richiedere la doggy bag al ristorante è una pratica del tutto normale e nessuno (né il personale né gli altri clienti) considera tirchieria o un residuo di tempi passati chi vuole portare a casa gli avanzi, in Italia si manifesta timidezza di fronte all’idea della doggy bag per paura di giudizi. Chi trova il coraggio di chiedere al cameriere di impacchettare il cibo avanzato probabilmente lascerà il locale con una mescolanza di soddisfazione e imbarazzo.
Piuttosto che richiedere la doggy bag, infatti, la maggior parte degli italiani preferisce terminare il piatto completamente anche se sono già sazi o, in alternativa, lasciare il cibo e andarsene.
In occasione di EXPO 2015, ad esempio, è stato bandito un concorso riservato a studenti universitari, architetti e designer per la migliore Doggy Bag da offrire ai visitatori.
In Italia, però, finalmente qualcosa sembra muoversi e una nuova legge potrebbe prevedere l’obbligo di avere doggy bag nella propria attività. Ecco di cosa si tratta.
Forza Italia si impegna contro lo spreco alimentare con una proposta di legge per favorire l’utilizzo della ‘doggy bag’, consentendo di portare a casa gli avanzi dei pasti al ristorante. Il 10 gennaio, annuncia il partito azzurro, presso la sala stampa della Camera dei deputati, alle ore 14.30, Giandiego Gatta, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale Dipartimento pesca e acquacoltura di Fi, insieme al presidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Barelli, presenterà la proposta di legge ‘Obbligatorietà della doggy bag’, accanto ai Circoli per l’Ambiente e della Cultura Rurale.
“L’obiettivo della proposta di legge – spiega Gatta – è contribuire a contrastare lo spreco alimentare, un obiettivo dell’Agenda Onu 2030. In Italia, secondo i dati della Fondazione Bdfn, ognuno spreca 65 kg di cibo pro-capite all’anno, per comportamenti errati a casa e al ristorante”. “La pratica della ‘Doggy Bag’ – conclude Gatta – è diffusa negli Usa, obbligatoria in Europa in Francia e Spagna. Introdurla in Italia sarebbe un atto di buon senso per contrastare lo spreco alimentare e avrebbe una finalità sociale e solidale, il cuore della mia proposta di legge”.
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