Non devono essere per forza 63, gli anni: i disoccupati possono accedere alla pensione anche a 60 anni di età, ecco in che modo è possibile.
Il concetto di pensione è indistricabilmente legato a quello di lavoro: nell’opinione comune, gode di un trattamento pensionistico che ha lavorato indefessamente per anni, maturando gli opportuni contributi. In realtà, l’ordinamento italiano ha messo in campo varie misure per garantire un sostegno di tipo pensionistico anche a chi si trova senza lavoro. In questo senso ai disoccupati è sempre permesso di accedere a una forma di pensione o di indennità, anche in attesa di raggiungere l’età per la pensione di vecchiaia.
Il punto è capire a quale età è dunque possibile andare in pensione come disoccupati e, soprattutto, attraverso quali canali di uscita previdenziale. Nel 2024, per poter andare in pensione da disoccupati si può sfruttare l’APE Sociale. Secondo questo canale di uscita, è necessario aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età. Inoltre, sono richiesti 36 anni di contributi, che però potrebbero essere ridotti a 30 (il Governo ci sta lavorando).
In realtà è possibile anticipare ulteriormente il pensionamento: c’è un modo per poter andare in pensione da disoccupati anche a 60 anni. Ma perché lo Stato si preoccupa di favorire chi è senza lavoro costringendo gli occupati a lavorare sempre più a lungo?
Da un punto di vista etico è più che giusto che lo Stato si preoccupi della situazione delle persone piuttosto avanti con gli anni senza lavoro: chi supera una certa soglia anagrafica difficilmente trova un nuovo lavoro. Può questi essere abbandonato? Specie se il lavoro è stato perso involontariamente, il disoccupato può essere tutelato dallo Stato in più modi.
In pensione a 60 anni: la possibilità per i disoccupati
Per esempio, l’aiuto può arrivare con la NASpI, che dura però solo per un periodo ristretto di tempo, o con l’indennità per disoccupati INPS. La durata della NASpI è determinata dalla storia contributiva del lavoratore che è andato incontro alla disoccupazione. L’indennità è erogata per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. E il tempo massimo di copertura è di 24 mesi, cioè due anni.
C’è quindi chi, perduto il lavoro, perde pure la NASpI. Per campare, chi si trova in questa situazione dovrebbe provare a richiedere l’Assegno di Inclusione. Se il suo ISEE non lo permette (l’AdI tiene conto della situazione economica di due anni prima), dovrà giocoforza provare a farsi assegnare una pensione. Con la quota 103, un sessantaduenne disoccupato potrebbe ottenere la pensione nel caso abbia già maturato 41 anni di contributi.
Se questi contributi sono stati versati almeno per un anno prima dei 19 anni di età, i disoccupati che da 3 mesi hanno perso la NASpI possono anche chiedere la pensione con quota 41 qualsiasi sia la sua età (che ovviamente non può essere inferiore ai 60 anni, per chiari motivi matematici). Con 30 anni di contributi, i disoccupati possono sfruttare la già citata APE sociale e prendere la pensione a 63 anni e 5 mesi di età.