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Economia

Debiti e pignoramento, le nuove regole sono un incubo

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Armando Del Bello

Nuovo strumenti per l’Agenzia delle Entrate per recuperare i crediti. E sono particolarmente efficaci. Come funziona ora

Crediti che diventano inesigibili, difficoltà economiche e conseguenze imprevedibili, che possono coinvolgere anche soggetti terzi. Per ovviare a tutto questo delle novità rilevanti tentano di ottimizzare le operazioni di recupero. L’efficacia è ancora tutta da provare ma i presupposti ci sono, tutti.  In particolare uno strumento tipico, il pignoramento, si estende anche ai compensi dei professionisti che ancora non sono stati percepiti. Gli nuovi strumenti utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per recuperare i crediti prevedono un pignoramento presso terzi che si estende anche ai privati. In questo modo, ed  è questo il punto essenziale, si vanno a colpire somme che fino a oggi non erano ricomprese nel bacino dei pignoramenti.

Andare incontro a un pignoramento è ora davvero facile – Foto: Ecoibasilicata.it

In concreto l’Agenzia delle Entrate nelle operazioni poste in essere per recuperare quanti più crediti possibili ha deciso di procedere con un misura rimasta solo sulla carta: l’analisi dei conti correnti di chi deve soldi ai contribuenti insolventi. In altre parole un credito che, se saldato, è suscettibile di diventare parte della disponibilità economica sui cui l’Agenzia delle Entrate può rifarsi, diventa un obiettivo specifico del Fisco che può  chiedere il pagamento di fatture non saldate per arrivare al saldo del debito.

Perché sanno tutto, ormai

L’Agenzia delle Entrate grazie alla fatturazione elettronica può risalire a chi deve soldi al contribuente debitore  del Fisco. E’ solo il primo passo. Quello successivo sarà di intercettare questi debiti per saldare, con una compensazione,  quelli nei confronti del Fisco. Fino a questo momento la possibilità di pignoramento presso terzi era limitato allo stipendio dei lavoratori dipendenti, agli importi delle pensioni e ai conti correnti. Ma ora l’Agenzia delle Entrate Riscossione non fa sconti e avvia i pignoramenti sui compensi che spettano ai professionisti, ad esempio, presso il committente che non ha saldato il proprio debito. Ed è solo un esempio.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono diventati rigidi – Foto: Ecodibasilicata.it

La norma c’era da tempo perché il pignoramento presso terzi era già regolato dall’articolo 72 del Dpr numero 602 del 1973. Parte di quelle disposizioni erano tuttavia rimaste solo sulla carta, per problemi anche pratici. Ora grazie all’incrocio delle informazioni e dei dati sui cui può contare l’AdeR – e tra questi gli elementi provenienti dalla fatturazione elettronica – non è agevole arrivare ai pagamenti che provengono da privati, pagamenti  che fino a oggi erano rimasti al sicuro dalle azioni esecutive.

In questo modo l’Agenzia delle Entrate Riscossione provvede a notificare il pignoramento presso terzi al “creditore abituale” del contribuente moroso e lo fa analizzando rapidamente i fatturati del debitore.  Se risulta che ci sono pagamenti abituali da parte di un privato, i dati di quest’ultimo sono utilizzati per procedere alla notifica del pignoramento: il pagamento delle fatture dei professionisti può essere così intercettato all’origine e pignorato per saldare i debiti con il Fisco.

Pignoramento esteso ai privati, come funziona

Il primo passo compiuto dall’Agenzia delle Entrate è controllare l’esistenza di un conto corrente del debitore. Ovviamente il primo passo nel pignoramento resta sempre quello del conto corrente, ma in assenza di questo la verifica si sposta nel cassetto fiscale del contribuente per capire se emette fatture.

Il secondo è il pignoramento della fattura una pratica attuata, solitamente, presso le PA. Ora il pignoramento delle fatture avviene anche se sono indirizzate a un privato. La conseguenza è che ora molti clienti si vedono notificare Pec di ingiunzione di pagamento da parte del Fisco affinché non versino le somme al professionista moroso, ma allo Stato, così che avvenga il saldo del debito.

Armando Del Bello

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