Debiti con il Fisco, attenzione a cosa accade dopo 5 anni

Debiti con il Fisco, una nuova norma cambia completamente prospettiva. La novità avvantaggia il contribuente.

Qualcosa di nuovo all’orizzonte le cui conseguenze potrebbero essere molteplici – in positivo – per i contribuenti. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il via definitiva il decreto denominato “riscossione” che mira a migliorare l’efficienza e la rapidità della riscossione fiscale in Italia.

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Avere debiti con il Fisco non lascia tranquillo nessuno – Foto: ANSA – Ecodibasilicata.it

Cambiano i tempi

Tra le misure è previsto la dilazione – significativa –  del tempo per pagare i propri debiti con invitabile allungamento delle scadenze. Con le nuove disposizioni volute dal Governo viene introdotto il meccanismo del “discarico automatico” per le cartelle di pagamento. E’ un meccanismo di semplificazione della procedura che si attiva dopo cinque anni di tentativi di riscossione non andati a buon fine. L’obiettivo è rendere il recupero dei crediti meno gravoso per l’Amministrazione finanziaria, nel tentativo di trovare una soluzione pragmatica dianzi alla montagna di debiti non riscossi.  In particolare una delle principali novità della riforma è l’allungamento dei tempi accordati ai contribuenti per estinguere  i debiti dinanzi al Fisco. Questo provvedimento mira a offrire maggiore flessibilità ai debitori, riducendo la pressione e permettendo di organizzare meglio le risorse a propria disposizione per far fronte agli obblighi verso l’Erario.

La maggiore flessibilità  è intesa come una misura che potrebbe incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione debitoria, evitando così ulteriori sanzioni e interessi.

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Chi è in difficoltà potrà usufruire di una proroga importante – Foto: Ecodibasilicata.it

Il discarico automatico delle cartelle entrerà in vigore il 1° gennaio 2025. E’ una  delle innovazioni più significative della riforma.  Significa che cinque anni di tentativi infruttuosi di riscossione, l’agente riscossore restituirà la cartella all’ente che l’ha originariamente emessa, come l’Agenzia delle Entrate o l’INPS. Tutto avverrà secondo calendario prestabilito. Questo significa che per i crediti affidati nel 2025, il discarico automatico avverrà il 31 dicembre 2030; per quelli affidati nel 2026, al 31 dicembre 2031, e così via.

Una volta restituita la cartella, l’ente creditore avrà la possibilità di tentare altre strade per recuperare il credito. Potrebbe affidarsi a enti privati di riscossione o scegliere la cartolarizzazione dei crediti. Questo approccio punta a decentralizzare il processo di riscossione, coinvolgendo soggetti privati che potrebbero avere maggiore efficacia nell’incasso degli insoluti. Non bisogno confondere il discarico automatico con lo stralcio automatico. Quest’ultimo comporta la cancellazione definitiva nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. In altre parole si rinuncia al debito, che  viene completamente annullato, liberando il contribuente da qualsiasi obblighi.

Debiti difficili da recuperare, cosa accade dopo

Il discarico automatico non comporta la cancellazione del debito. Quando l’agente riscossore restituisce il credito all’ente emittente, il debito rimane valido. Sarà l’Amministrazione finanziaria decidere come procedere per il recupero del credito.  Per i contribuenti, l’estensione dei tempi di pagamento e l’introduzione del discarico automatico offrono maggiore respiro e opportunità di regolarizzare la propria posizione debitoria senza dover affrontare ulteriori sanzioni. La riforma rappresenta un tentativo di snellire il processo di riscossione. E di affrontare in modo più efficiente i crediti. Coinvolgere i privati nel recupero potrebbe rivelarsi la  strategia adatta per migliorare le performance di incasso, riducendo il carico amministrativo e operativo per gli enti pubblici.