Arriva la nuova carta d’identità sanitaria, utile per curarsi ovunque, ma non solo: tutti i vantaggi dell’introduzione del nuovo strumento.
In Italia, la carta d’identità elettronica vale come documento identificativo anche a livello fiscale. La CIE contiene infatti il codice fiscale ma non il numero di tessera sanitaria. Questo significa che non può sostituire la tessera sanitaria per accedere ai vari servizi sanitari o in farmacia. Inoltre nessuno dei due documenti dà immediato accesso a cartelle cliniche e ricette.
Inutile nascondersi, in Italia siamo abbastanza in affanno rispetto al tema della digitalizzazione. In altri Stati basta un unico waller per poter dialogare col fisco, con le amministrazioni locali e nazionali, con gli ospedali, le farmacie e i laboratori di analisi.
Pretendere che un reparto di degenza ospedaliero italiano offra a un cittadino tutto ciò che chiede (cartelle cliniche, ricette, analisi) attraverso una richiesta online è fantascienza. Da soluzione però potrebbe presto arrivare dall’Europa con la nuova carta d’identità sanitaria.
L’UE ha deciso di adottare un innovativo sistema digitale per consentire una migliore gestione e condivisione delle informazioni sanitarie per tutti i pazienti e tutti gli operatori sanitari degli Stati europei. Si tratta di velocizzare ogni tipo di richiesta, con prospettive di grandi benefici per l’efficienza degli ospedali e di miglioramenti nelle cure. Ecco: si tratta di curarsi ovunque, senza intoppi burocratici.
La nuova carta d’identità sanitaria cambia la situazione soprattutto per chi viaggia. Con il nuovo strumento, il cittadino potrà avere accesso senza attese a tutte le cartelle cliniche, le ricette e i risultati di laboratorio. E gli stessi dati saranno fruibili da dottori, farmacisti, operatori sanitari.
L’UE vuole introdurre lo strumento come parte integrante della rivoluzione denominata EHDS: l’European Helth Data Space uno spazio comune dei dati in un settore importantissimo come quello sanitario. Ogni persona potrà quindi assumere il pieno controllo dei propri dati sanitari. Al contempo si punta ad agevolare lo scambio di dati in modo da favorire e velocizzare la prestazione di assistenza sanitaria in tutta l’UE.
Avere questi dati subito a disposizione e dovunque consentirà interventi più tempestivi e mirati, riducendo così la possibilità di errori e diagnosi errate. Poi conterà molto anche la possibilità di godere di un accesso facilitato ai dati sanitari: in termini di trasparenza è un grosso passo avanti.
Qualcuno però paventa il rischio di accessi non autorizzati, quindi di attacchi hacker per poter guardare nelle cartelle cliniche di altri soggetti. L’UE spera di rendere la nuova carta d’identità sanitaria sicura. Intanto il Parlamento europeo ha già approvato il testo del Regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari. E con l’European Health Data Space, la carta d’identità digitale europea diventa una realtà.
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